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Il Sole 24 Ore

Invito a cena con Ogm ... Ricevo un invito davvero insolito. Gli amici Antonio Polito, direttore del “Riformista”, e Gilberto Corbellini, collaboratore di queste pagine, mi danno appuntamento domani sera a Roma per una cena interamente a base di Ogm, organizzata in collaborazione con SAgRi. “È la cena più irriverente dell’anno” ed “è un’iniziativa per la libertà del pensiero, delle papille e della scienza”. Wow! Molto eccitante. Martedì poi ci sarà un convegno, alla vigilia del Salone del Gusto che Carlo Petrini ha intitolato “Good Clean, Fair”, durante il quale scienziati e politici cercheranno di smontare una delle più plateali false dicotomie della nostra cultura culinaria: quella tra Ogm, appunto, e prodotti tipici di qualità. Ma perché, c’è ancora qualcuno che pensa che (prodotti tipici siano ‘naturali’? Come se il pomodoro San Marzano o il riso Carnaroli non fossero anch’essi frutto degli incroci e delle manipolazioni che attraversano la storia dell’uomo. E chi l’ha detto che gli Ogm sono meno sicuri degli altri cibi? I biologi ci hanno sempre spiegato che gli Ogm lo sono persino di più,perché sono più controllati. Quante volte lo abbiamo scritto senza sortire effetto alcuno? Ma ora i tempi stanno cambiando. Le autorità competenti dell’Unione europea lo hanno detto chiaramente: l’impiego delle moderne biotecnologie non comporta rischi diversi da quelli dei prodotti convenzionali. I dodici anni di polemiche che sono trascorsi dal debutto commerciale dei primi Ogm però hanno lasciato il segno, alimentando una sene di luoghi comuni duri a morire. Insomma c’è ancora molto da fare. Per questo sarà bello trovarsi tra amici davanti a un bel piatto di Ogm, sentendosi ancora al centro di una battaglia importante. Cercherò di approfittarne. Perché, se le cose si metteranno davvero per il verso giusto, come credo, finiremo per rimpiangere i bei tempi in cui ancora si rischiava allegramente l’impopolarità.

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