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Il Sole 24 Ore

Da cantine a bed&breakfast ... Per la frenata del settore vitivinicolo alcune aziende diversificano l’attività trasformando parte della proprietà in strutture ricettive... Quotazioni abbordabili per un ettaro di vigne nella Val di Cornia, in provincia di Livorno: tra 100 e 200mila euro. Qui si trovano diverse grandi cantine, come ad esempio Petra, del costruttore Vittorio Moretti, progettata dall’architetto Mario Botta, ma anche tante piccole e giovani aziende che stanno dimostrando grande vitalità. “È un territorio in crescita - spiega Luca Scacciati dell’Immobiliare arancio - perché è di alta qualità. Il momento di sofferenza del settore penalizza il mercato delle compravendite, tanto che alcune aziende vinicole, per implementare la redditività, hanno diversificato trasformando le loro proprietà in strutture ricettive”.
Produzione vinicola e turismo d’eccellenza vanno da sempre a braccetto in Toscana, dove i vigneti fanno parte del paesaggio insieme alle celebri colline,
agli alberi di ulivo e ai cipressi. La bella stagione arrivata in ritardo aveva destato preoccupazioni ma, a vendemmia finita, il bilancio è positivo. “Il raccolto è stato buono con punte di ottimo - dice Roberto Bruchi, direttore dell’Associazione produttori vitivinicoli toscani -. È però diminuita di circa il 10% la quantità
perché le uve hanno reso meno”. Grazie agli scampoli d’estate di inizio ottobre alcune zone, tra le sette Docg e le 13 Doc della regione, hanno protratto la vendemmia fino a metà mese. Nel Bolgheri Doc e nella Val di Cornia Doc, comprensori della Strada del vino-Costa degli Etruschi, le ultime uve del Sangiovese sono state raccolte sino alla seconda domenica di ottobre.
La Bolgheri Doc, con 1.300 ettari di terreno vitato, esprime un’autentica perla dell’enologia italiana: il rosso Sassicaia, prodotto nella Tenuta di San Guido. Tra i fattori che rendono straordinario il suo”terroir” ci sono un microclima particolarmente fortunato, un terreno dalle caratteristiche assai variegate e la vicinanza del mare. Il tutto concentrato in una fascia di territorio dalle dimensioni ridotte che si sviluppa parallelamente al litorale nel Comune di Castagneto Carducci.
Più recente la tradizione vinicola della confinante Val di Cornia che comprende i Comuni di Suvereto, Piombino, San Vincenzo, Campiglia Marittima, Sassetta e Monteverdi Marittimo. Dai suoi vitigni, coltivati a Merlot, Cabernet e soprattutto Sangiovese e che si estendono su circa 700 ettari dei quali 450 Doc, si ottengono vini molto apprezzati che si stanno imponendo per l’alta qualità.
A causa delle piogge di giugno nelle Bolgheri Doc e Val di Cornia il raccolto ha registrato in quantità un calo del 15/20% per i vini superiori. “Si tratta della prima selezione - spiega Paolo Valdastri, direttore del consorzio Bolgheri Doc - dalla quale si ricavano i vini più pregiati. Per quelli di base il calo è dell’8-10 per cento. In compenso abbiamo raccolto uve belle e sane che non hanno deluso le aspettative”.
Il mercato dei terreni vitati registra uno stallo per colpa dell’andamento non troppo brillante del settore vinicolo: “Qualche movimento c’è - afferma al proposito Valdastri - ma è un dato di fatto che alcune nuove cantine della nostra zona, di proprietà di aziende vinicole nazionali, hanno rimandato l’apertura in attesa di tempi migliori”.
Nelle terre del Bolgheri Doc i terreni vitati, coltivati a Cabernet, Sauvignon, Merlot, più altri uvaggi ammessi in piccole percentuali, valgono tra i 280mila e i 450mila euro per ettaro.
“Nelle zone di cui stiamo parlando un vero e proprio mercato dei vitigni non c’è - dice Maurizio Taddei di Faber Immobiliare - perché il territorio, stretto tra le tenute di Guado al Tasso e di San Guido, è piccolo. Ma le richieste che riceviamo ora riguardano quasi esclusivamente il bolgherese. Questo perché è una delle zone più conosciute e ambite per la produzione nazionale e internazionale”.

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