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Il Sole 24 Ore

Il Brunello resta nel solco della tradizione ... Vini di pregio. A Montalcino ieri assemblea e votazione sul disciplinare di produzione... Il Brunello di Montalcino conferma la regola della purezza. L’assemblea dei soci del Consorzio di tutela, riunita ieri, ha votato - e respinta - l’ipotesi di modifica del disciplinare di produzione laddove prevede che Brunello e Rosso di Montalcino possano essere realizzati esclusivamente con uve Sangiovese.
La votazione di ieri sera (i 190 votanti sui 248 soci del Consorzio hanno espresso a scrutinio palese le proprie opzioni su cinque differenti quesiti) ha quindi confermato la regola del “100% Sangiovese” che è alla base delle recenti inchieste aperte dalla Procura di Siena per appurare se i due vini toscani siano stati prodotti rispettando il dettato del disciplinare oppure se, complici le ultime vendemmie più scarse rispetto alla media, siano stati effettuati tagli non consentiti con altre uve. Inchieste inoltre che, aldilà dei dissequestri delle ultime settimane, si stanno invece allargando a macchia d’olio visto che coinvolgono - secondo una nota dei magistrati senesi - circa 500mila ettolitri di Brunello (anche di annate recenti) e circa 45mila di Rosso di Montalcino.
Dopo mesi di polemiche infuocate (l’inchiesta di Siena è partita circa otto mesi fa) i produttori del Consorzio quindi hanno confermato la regola del “100% Sangiovese”. Un vincolo ribadito non solo da chi è sempre stato convinto che nella base ampelografica (questo il nome utilizzato nel disciplinare per indicare l’uvaggio consentito) fosse una delle chiavi del successo del Brunello, ma anche da parte dei produttori coinvolti a vario titolo nelle indagini della magistratura. Secondo molti, in fatti, una modifica del manuale produttivo, successiva all’apertura di inchieste giudiziarie dirette a verificarne il rispetto, sarebbe apparsa come una parziale ammissione di colpa.
“L’indicazione che viene dai soci è chiara - ha detto il presidente del Consorzio di tutela, Patrizio Cencioni - e va nel senso di riaffermare la tradizione. Anche se su qualche aspetto più tecnico, penso che si potrebbero aprire nei prossimi mesi nuove riflessioni”. “In questo momento - ha aggiunto la produttrice Donatella Cinelli Colombini - la priorità era dare all’esterno, e aldilà delle convinzioni individuali, un messaggio di unità da parte del Consorzio e dei produttori”. “La scelta sull’uvaggio da utilizzare - ha spiegato Ambrogio Folonari titolare a Montalcino della tenuta La Fuga - non può essere esaurita all’interno dei singoli disciplinari. Bisogna invece varare, a livello nazionale, una legge per introdurre un margine di tolleranza, almeno del 5-6%, nelle varietà utilizzate peri vini da monovitigno come il Brunello”.
Con lo scrutinio di ieri è stata bocciata anche l’ipotesi di modificare la regola del “100% Sangiovese” almeno per il Rosso di Montalcino. Una proposta avanzata nelle scorse settimane da Franco Biondi Santi (titolare della tenuta Il Greppo, dove sul finire dell’800 Ferruccio Biondi Santi inventò il Brunello) per rompere il fronte della purezza e garantire una maggiore differenziazione a un prodotto che (realizzato nella stessa area e con il medesimo uvaggio) si discosta dal Brunello solo perché più “giovane” e non affinato in barrique.
Una scelta quest’ultima che ha sbarrato la strada ad ogni sorta di innovazione. “Trovo paradossale - spiega uno dei padri nobili del Brunello, Ezio Rivella - che dopo le inchieste nate per verificare il rispetto del disciplinare, i produttori e il Consorzio si arrocchino in difesa proprio delle regole dalle quali sono partite le indagini. Dimostrando così di non rendersi conto di come in questi mesi il Brunello abbia perso il proprio alone mistico che lo poneva al di sopra delle parti. Quell’epoca è ormai conclusa. Si apre una fase nuova nella quale il Brunello, per risalire la china, dovrà accettare il confronto con gli altri anche in termini di rapporto qualità-prezzo”.

I numeri...
248 - Sono i produttori associati al Consorzio di Tutela
3.500 - Sono gli ettari di vigneto iscritti agli albi per produrre Brunello, Rosso di Montalcino,
S. Antimo e Moscadello
6,8 milioni - Le bottiglie prodotte in media
120 milioni - Il fatturato 2007 registrato dalle aziende del distretto

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