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Il Sole 24 Ore

Spumante, l’export per la prima volta supera i consumi ... Vendite in crescita del 20%... Un’annata a tutto export per gli spumanti italiani. Per la prima volta infatti, nel 2008, il valore delle esportazioni di “bollicine” italiane ha superato quello dei consumi interni. I dati definitivi saranno disponibili solo fra qualche mese, tuttavia, secondo le prime cifre fornite dalle case spumantistiche italiane ed elaborate dal Forum Spumanti d’Italia, l’export made in Italy dovrebbe attestarsi a quota 165 milioni di bottiglie (+10%) per un controvalore di 1,4 miliardi di euro (+20%). Un dato che, inoltre, certificherà il sorpasso delle spedizioni sui consumi interni che con 1.250 milioni di euro si fermeranno sugli stessi livelli del 2007.

Fra i singoli mercati si confermano i tradizionali Paesi di sbocco ma segnali positivi emergono anche da alcuni mercati nuovi. Se infatti sbocchi consolidati come Usa, Inghilterra, Germania e Austria crescono a ritmi compresi fra il +8 e il +l5%, non vanno dimenticati i risultati messi a segno, anche se per quantità inferiori, dalla Russia (+90%), da Brasile e Messico (entrambi +35%) e dall’India (+140%). “Anche una denominazione meno export-oriented come la nostra - dice il direttore del Consorzio della Franciacorta, Adriano Baffelli - registra una significativa crescita di interesse anche su mercati nuovi. Tuttavia, per noi il punto di riferimento resta la Germania che rappresenterà uno sbocco importante anche in futuro”.

La positiva affermazione dell’export di bollicine made in Italy avviene in un contesto non facile. Nei giorni scorsi lo stesso organismo interprofessionale dello Champagne ha stimato una flessione dell’export per le bottiglie francesi di circa il 5 per cento. Un dato che deve far riflettere. “La principale sfida per gli spumanti italiani - aggiunge il direttore del Forum Spumanti d’Italia, Giampietro Comolli - è ora sui prezzi che devono evitare oscillazioni. E se da un lato non bisogna cedere agli eccessi, come le bottiglie di prosecco vendute in Brasile a 82 dollari l’una, dall’altro vanno evitati gli errori del passato, come quando a metà degli anni ’90 vennero inviate in Russia bottiglie di spumante venduto a circa 50 centesimi l’una. Finendo così per svilire il prodotto made in Italy”. Il caso dello Champagne inoltre va tenuto presente anche riguardo alle modifiche del disciplinare del vino francese che oltre un anno fa hanno portato all’allargamento dell’area Doc in vista di una crescita della produzione.

Il pensiero, ad esempio, corre al Prosecco, una denominazione che si accinge a modificare il proprio assetto geografico. “Il nostro caso è diametralmente opposto rispetto a quello francese - spiega il direttore del Consorzio del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, Giancarlo Vettorello - perchè le nostre modifiche porteranno a maggiori controlli e garanzie per i consumatori e non andranno a intaccare gli equilibri nella produzione, che anzi nell’immediato, si ridurrà”.

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