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Il Sole 24 Ore

Il vino made in Italy cerca il rilancio negli Usa ... È una grande prova di coraggio e carattere insieme. L’italian Wine Week 2009, la Settimana del vino italiano in Usa, in calendario dal 24 al 30 gennaio e che toccherà tre grandi città della East Coast (Boston, New York, Miami), è per il momento in cui viene celebrata e per la massiccia partecipazione di aziende (oltre 250, con 1.700 etichette) una manifestazione che evidenzia grande coraggio e fiducia nel futuro.

L’economia mondiale in recessione non risparmia i flussi commerciali tra Italia e Usa, coinvolgendo anche un settore, il vino, che per quindici anni ha cavalcato da protagonista l’onda lunga del successo. Un successo che ha permesso all’Italia di scalare la classifica dei Paesi esportatori di vino negli Stati Uniti. Ora quel primato si trova esposto ai fattori congiunturali, con l’export tricolore che in undici mesi (gennaio-novembre 2008) ha totalizzato appena , si fa per dire, 216,7 milioni di litri. In calo del 6,40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che è quasi la metà del -12,75% accusato dalla Francia ma è una percentuale quasi doppia rispetto alla flessione totale delle importazioni vinicole statunitensi (-3,50%). Il che dice molto sull’allungo fatto da altri Paesi fornitori come l’Argentina, che segna una crescita del 15,4 per cento.

Certo il primato quantitativo italiano non è in discussione, ma non v’è dubbio che in tempi grami come questi è proibito restare con le mani in mano. Ecco allora che l’evento promozionale organizzato dall’Ice, con la collaborazione ufficiale di Abruzzo, Calabria, Lombardia, Toscana, Veneto e decine di imprese vinicole di altre regioni partecipanti a titolo privato, assume un alto significato strategico.

“Si tratta della più grande manifestazione promozionale che l’Italia abbia organizzato negli ultimi dieci anni”, dichiara al Sole 24 Ore il direttore generale dell’Ice, Massimo Mamberti, in procinto di partire alla volta degli Stati Uniti. “Il vino italiano continua occupa una posizione di assoluta preminenza negli acquisti degli americani. Non è l’unico prodotto agroalimentare, ma è certamente quello che ha il maggior peso in ogni senso. La manifestazione che ci accingiamo a sostenere insieme alle cinque Regioni si prefigge tre grandi obiettivi”. Il primo è “consolidare la posizione di leadership” dell’Italia. In un momento in cui il consumatore statunitense si trova a dover fare delle scelte che sono comunque condizionate da una situazione di crisi (ma il discorso può essere esteso ai consumatori di molti altri Paesi), “noi riteniamo dice Mamberti sia opportuno lanciare un forte messaggio che metta in risalto le peculiarità qualitative dei nostri prodotti”. Ed è proprio la ricchezza di questa proposta il secondo obiettivo a cui fa riferimento il direttore generale dell’Ice. “L’Italia vinicola - spiega Mamberti .- a differenza di altri Paesi competitori, è in grado di portare sul mercato decine e decine di vini, ciascuno con una propria personalità, gusto, territorialità. Ecco noi con questa manifestazione puntiamo, appunto, a fare conoscere ai pi importanti buyer degli Stati Uniti la variegata offerta del vino made in Italy”. Che ha per comune denominatore, ecco il terzo obiettivo, “la qualità di territori unici, non ripetibili altrove”. Come i vini che vi si producono.


Calici oltreoceano

Import Usa di vini italiani, vino + spumante: gennaio dicembre.

Valori in milioni di litri

Mln di $ Usa

2005 / 215,40 1,060,48

2006 / 230,11 1.157,04

2007 / 250,31 l.269,13

2008* / 216,68 1.200,29

(*) gennaio-novembre Fonte Ice, New York

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