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Il Sole 24 Ore

Parsons, un “toscano” al vertice di Citi ... Produce un Brunello di Montalcino tra i più quotati e apprezzati a livello internazionale. Richard D. Parsons ne è giustamente orgoglioso e non manca di farne dono agli amici e conoscenti: molti membri del Congresso americano, ma anche artisti e personaggi dello spettacolo, come Sono degli U2 e Naomi Campbell, e in Italia il premier Silvio Berlusconi e l’imprenditore Massimo Ferragamo (responsabile delle attività Usa della maison fiorentina).
In quel vino dal colore intenso e dall’invecchiamento prolungato (24 mesi), c’è molto della filosofia di vita e della passione del neopresidente di Citigroup e di sua moglie Laura, che ogni anno vendemmiano personalmente le uve del piccolo podere “il Palazzone”, otto ettari sulle colline della cittadina in provincia di Siena, quasi sempre in compagnia di altri big della finanza mondiale, che condividono lo stesso amore per la campagna.
Uno degli ospiti assidui è Warren Buffett, tra gli uomini più ricchi del mondo e anche tra i più generosi (ha deciso di lasciare in beneficenza buona parte del suo patrimonio, valutato 58 miliardi di dollari). Parsons, 61 anni il prossimo aprile, tre figli e un discreto numero di nipoti, il 23 febbraio prenderà servizio al vertice di Citigroup, nel cui board già sedeva, con l’obiettivo di ridare credibilità al colosso bancario americano in difficoltà, ma ha già fatto sapere di non volere compensi (il suo predecessore, Win Bischoff, nel 2008 ha incassato oltre 7 milioni di dollari). Il rapporto di Parsons con la Toscana aiuta a spiegare la personalità di questo afroamericano col fisico da giocatore di basket, avvocato d’affari di successo, amico dei Rockefeller (la passione per il vino gli è stata trasmessa da Nelson Rockefeller, con cui ha lavorato nello i staff del presidente Gerald Ford alla Casa Bianca), chairman e ceo di Time Warner che ha contribuito a salvare dopo la sfortunata fusione con Aol, repubblicano convinto ma dalle forti venature sociali, apprezzato anche da Barak Obama che infatti lo ha chiamato tra i suoi consulenti economici. In Italia, Parsons ha fatto solo due uscite pubbliche, in Toscana appunto, sempre ospite i di Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio permanente Giovani-Editori: nel maggio 2007 a Bagnala, vicino Siena, per il convegno “Crescere i tra le righe” dedicato al mondo i dell’editoria; e nell’ottobre i scorso a Firenze, alla partenza della nuova edizione del progetto “il Quotidiano in classe”. Parsons, leader del più grande gruppo multimediale del mondo, agli studenti che lo ascolta i vano disse che “il lavoro è importante ma non è tutto e non può definirci come persone, perché nella vita ci sono cose più importanti”. Quando nel 2003 acquistò la fattoria di Montalcino e iniziò a produrre Brunello in quantità limitata (4mila bottiglie all’anno), coniò anche uno slogan molto efficace: “Beviamo quanto possiamo, il resto lo vendiamo”. Forse non riuscirà a spingere la creazione di valore che gli stakeholder di Citigroup auspicano (come già quelli di Time Warner gli hanno rimproverato), ma probabilmente riuscirà a ridare credibilità e immagine alla più grande banca degli Stati Uniti (come ha fatto in Time Warner). Di sicure più che agli azionisti piacerà ai dipendenti. Anche se questi non potranno brindare con Brunello di Montalcino.

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