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Il Sole 24 Ore

Multe latte, sul decreto Zaia agricoltori verso Arcore ... Lunedì la protesta a casa Berlusconi - Politi (Cia): norma da cambiare. Ma per Coldiretti “il provvedimento difende gli allevatori onesti”.... Latte di piazza e di Governo. Ieri a Roma la Cia è scesa in piazza, con un sit-in davanti alla Camera dei deputati, per chiedere con forza sostanziali modifiche al decreto per l’assegnazione di nuove quote e la rateizzazione delle multe arretrate, attualmente all’esame del Senato. “Se non ci saranno cambiamenti ha detto il presidente dell’organizzazione, Giuseppe Politi ricorreremo insieme alle Regioni, che lo hanno già annunciato, alle sedi giudiziarie competenti”.

Finora, delle oltre 300 richieste di modifica presentate in commissione Agricoltura dall’opposizione, ma anche da gruppi della maggioranza ne sono state accolte una ventina. Che martedì affronteranno l’esame dell’Aula, per passare quindi alla Camera. Tra le modifiche, l’accorpamento degli affittuari e dei cosiddetti splafonatori in un’unica categoria di beneficiari, e l’assegnazione al Fondo di sostegno per gli allevatori in regola di 25 milioni, a fronte dei 500 milioni promessi, ma mai inseriti nel decreto. E ancora, ai produttori che aderiranno al nuovo piano di rateizzazione delle multe verranno trattenuti i premi comunitari Pac a scalare sulla prima rata, se non pagheranno. Non hanno trovato invece spazio i numerosi emendamenti con la richiesta di rinuncia ai contenziosi legali per gli splafonatori, del pagamento obbligatorio della prima rata prima dell’assegnazione delle quote e di un ruolo pi centrale delle Regioni nella gestione delle quote. Anche per questo, sempre ieri, la Conferenza Stato-Regioni ha espresso all’unanimità parere negativo al decreto.

“Questo testo ha sintetizzato il vicepresidente della commissione Agricoltura del Senato, Paolo De Castro, del Pd - per ora è assolutamente insufficiente, perché in realtà tutte le principali proposte di modifica che abbiamo presentato, sono state respinte dal Governo”.

Intanto, migliaia di agricoltori continuano a manifestare contro il provvedimento. Confagricoltura e Cia hanno confermato per lunedì prossimo una mobilitazione con i trattori davanti alle residenze del premier Berlusconi, ad Arcore, e del ministro Bossi, a Gemonio, in provincia di Varese. Mentre la Copagri, nella quale sono confluiti numerosi ex cobas del latte, ritenendo queste iniziative “strumentali” ha preannunciato una contro-manifestazione. A Treviso, provincia d’origine del ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, la Questura ha deciso di rafforzare le misure di protezione del ministro.

Nel pomeriggio il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, ha spezzato una lancia in favore del provvedimento. “Il decreto latte va fatto ha detto a fianco del ministro Zaia, ospite dell’organizzazione - può essere migliorato e gli emendamenti approvati vanno nella giusta direzione, ma chi vuole mandare tutto all’aria copre il vero interesse che è quello di continuare a difendere la produzione in nero e a pagare poco il latte agli allevatori. Il decreto, assicura trasparenza e difende gli allevatori onesti”. Per Marini, poi, i problemi non si risolvono in piazza. Il ministro, da parte sua, ha affermato che le manifestazioni di protesta sono legittime, ma non bisogna dire bugie: “non è un decreto per pochi intimi perchè riguarda oltre 17mila allevatori; non è una sanatoria visto che gli allevatori dovranno pagare interessi fino al 6%”. Nell’incontro in Coldiretti si è parlato anche degli emendamenti sulla proroga degli sgravi Inps e sul rifinanziamento del Fondo di solidarietà agganciati al decreto.”C’è la volontà del Governo - ha detto Zaia - di risolvere questa spinosa partita che vale circa 600 milioni”.

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