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Il Sole 24 Ore

Resta il divieto sugli Ogm ... Prestigiacomo: è un voto che sancisce i rapporti tra le istituzioni Ue... Sulle coltivazioni geneticamente modificate la sussidiarietà degli Stati dell’Unione resta sovrana. Non è possibile, infatti, costringerli a coltivare mais geneticamente modificato.
Questa è novità di ieri, visto che il Consiglio dei ministri dell’Ambiente dell’Unione europea ha respinto, con il voto anche dell’Italia, mentre appena quattro dei 27 Stati membri (GranBretagna, Finlandia, Paesi Bassi e Svezia) si schieravano con l’esecutivo europeo, la proposta della Commissione di costringere Austria e Ungheria ad accettare la coltivazione di mais modificato.
Al contrario, i ministri hanno sostenuto il diritto dei due Paesi di non coltivare il mais ogm della Monsanto.

La Commissione, dal canto suo, avrebbe voluto che i ministri ordinassero ai due Paesi di togliere il divieto di coltivazione entro 20 giorni. Per l’Ungheria, il no riguarda il mais MON 810, sviluppato e commercializzato dalla Monsanto mentre l’Austria ha messo al bando anche la coltivazione del T25, prodotto dalla casa farmaceutica tedesca Bayer.
Un portavoce della Commissione ha detto che l’esecutivo dell’Unione europea terrà conto del voto degli Stati membri, ma che insisterà sulla sua strada: “Se la scienza dice che non ci sono prove sul fatto che il prodotto sia dannoso, non c’è ragione di proibirlo”, ha dichiarato Barbara Helferrich. “Si può invocare il principio precauzionale - ha aggiunto - a un certo punto bisogna dimostrarlo”.
“Una scelta che dimostra come quella europea non sia una vera e propria Unione, ma ancora una sommatoria di 27 Paesi”, ha detto Leonardo Vingiani, direttore generale di Assobiotec - la filosofia che ha prevalso è quella dell’uscio di casa, di fronte alla crisi attuale mi sembra che in Europa ci sia la tentazione di percorrere strade che sanno di protezionismo, attraverso scorciatoie che riguardano il proprio particolare. Il messaggio lanciato oggi è che ciascuno a casa sua deve fare quello che vuole”.

Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, da Bruxelles, ha dichiarato: “Non sono mai stata una ogm-scettica, quello di oggi è stato un voto sui rapporti istituzionali tra la Commissione e gli Stati membri per garantire la possibilità per ciascun Paese di avvalersi della clausola di salvaguardia espressamente prevista dalla Direttiva 18/2001 che consente a una singola nazione di vietare, se lo ritiene, la coltivazione di organismi geneticamente modificati”.
“Non si tratta dunque di una pronuncia sulla autorizzazione alla coltivazione di prodotti transgenici - ha aggiunto il ministro - ma sui rapporti tra Commissione e Stati membri”.

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