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Il Sole 24 Ore

In arrivo 50 milioni per la promozione ... Alimentare. Sbloccati i fondi Buonitalia... Fermi da oltre un biennio, dovrebbero cominciare a materializzarsi a fine maggio i fondi destinati da Buonitalia alla promozione dell’agroalimentare italiano all’estero. A metà aprile il Cda della società presenterà il programma promozionale al ministero delle Politiche Agricole e, tempo 40 giorni, come prevede il decreto che ha fissato i criteri guida dei progetti di valorizzazione, il programma diventerà operativo. “A fine maggio - anticipa Walter Brunello, presidente di Buonitalia - il programma diventerà operativo”. Verranno così scongelati i milioni di euro del programma di cui Gian Domenico Auricchio, presidente di Federalimentare, ha chiesto più volte, nelle ultime settimane, l’impiego perchè dimenticati in chissà quale cassetto. “L’industria alimentare - ha sottolineato Auricchio concludendo, a Fasano (Brindisi), la prima delle due giornate del VI Forum dei Giovani imprenditori di Federalimentare - deve moltiplicare gli sforzi fatti in questi ultimi anni sui mercati stranieri. Oggi è troppo concentrata, per il 50% del totale del proprio fatturato, su 4 soli mercati (Francia, Germania, Gran Bretagna e Usa) che sono i più esposti alla crisi. Perciò nel 2009 dobbiamo allargare gli orizzonti per compensare la flessione dell’export prevista nella misura del 10-12% in valuta e del 5-6% in quantità”. Per questo servono sforzi promozionali comuni, coordinati e concentrati su pochi ma importanti mercati esteri. “Coinvolgendo - ha aggiunto Auricchio l’Ice, il sistema camerale, le ambasciate, le Regioni”. Il che, secondo Brunello, è previsto nel programma finalmente in dirittura di arrivo: “Buonitalia sarà la cabina di regia delle attività promozionali che dovranno avere un respiro poliennale e che coinvolgeranno non solo i suoi soci, Ice e Unioncamere, ma anche tutti gli altri soggetti deputati». Insieme all’export è fondamentale che l’industria alimentare italiana scriva un nuovo sistema di regole con la Grande distribuzione con il quale riequilibrare i rapporti di forza, compreso lo spostamento della quota nella catena del valore che, sul prezzo di ogni prodotto, appartiene alla grande distribuzione e ai trasporti: oggi siamo al 50% contro il 40% di 10 anni fa. “Occorre fare l’accordo che abbiamo provato a chiudere in questi mesi con Centromarca, Federdistribuzione, Coop e Conad e su cui proveremo ancora. Serve - ha detto Auricchio - riscrivere le regole con un codice di buone prassi ed una camera di conciliazione tra le parti che, senza l’intervento di soggetti esterni, componga le controversie. E serve un tavolo politico permanente che possa coordinare il comparto”. Sulla necessità di una migliore regolazione del rapporto pubblico privato legislatore/impresa ha insistito anche Francesco Senesi, presidente del gruppo Giovani: “Le imprese alimentari hanno bisogno di un ambiente di regole favorevoli, di chiarezza e trasparenza ed invece il dibattito in Italia non ci aiuta a crescere. Anzi vuole imporre altri vincoli e costi aggiuntivi” .Infine il sistema fieristico, terzo asse su cui, secondo Auricchio, si gioca molto del futuro del settore: “Il nostro settore ha bisogno di una sola grande fiera, non servono lotte fratricide tra quartieri fieristici”.

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