02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

La cantina d’autore fatta in casa ... L’accordo commerciale con l’azienda Castiglione del Bosco di
Montalcino verrà ufficializzato al VinItaly di Verona. Ma gli euforici
agenti della rete vendita de Il Borro tenuta agricola che Ferruccio
Ferragamo possiede a San Giustino Valdarno: 700 ettari tra boschi e
seminativi, 45 ettari di vigneti e 7mila piante di ulivi, nonché ville
e un intero borgo medievale conoscono già tutti i dettagli. A
cominciare dal fatto che con questa operazione il portafoglio prodotti
de Il Borro raddoppia in un solo colpo, sommando alle sue 200mila
bottiglie di Chianti e Supertuscan, anche le 200mila di Brunello e
Rosso di Montalcino firmate Castel del Bosco. Che altro non è che
l’azienda di Massimo Ferragamo, fratello di Ferruccio. Un’affare fatto
in famiglia, ma non solo di famiglia. Perché è chiaro che quando il
presidente della casa di moda acquistò, 15 anni fa, la tenuta dal duca
Amedeo di Aosta, in tanti pensarono che fosse solo per la passione
dell’imprenditore e della moglie Ilaria per la vita di campagna. Una
passione che oggi “resta intatta in tutti noi, anche se è evidente che
si tratta di una diversificazione delle attività di famiglia”,
commenta Salvatore Ferragamo, figlio primogenito (con il gemello
James) di Ferruccio e ad de Il Borro e ad de Il Borro. Una
diversificazione che prima di diventare generatore di ricchezza, ha
richiesto un dispendioso impegno finanziario. Salvatore non fa cifre,
però tiene a dire che “quando ne abbiamo rilevato la proprietà, le
condizioni della tenuta non erano affatto quelle di oggi. Intanto
abbiamo provveduto a impostare la parte agricola, puntando su una
vitivinicoltura di pregio, fatta di nobili vitigni del territorio
toscano ma anche internazionali. Abbiamo quindi costruito una cantina
disegnata da noi stessi e che sviluppa un processo di lavorazione per
caduta”, quindi con forte risparmio energetico e a basso impatto
ambientale.

Oggi delle 200 mila bottiglie firmate da Il Borro, un terzo resta in
Italia e la parte restante viene suddivisa tra il Nord America e
l’Asia. Ma non c’è solo il vino. Una parte significativa dell’attività
della tenuta è quella ricettiva. In sostanza un agriturismo di lusso.
Che però prima di arrivare a questo stadio, ha richiesto interventi di
ripristino strutturale di un borgo medievale, di case coloniche e
persino della villa padronale, già residenza dei nobili Hohenlohe e
d’Aosta. E oggi trasformata in suite affittate settimanalmente a
famiglie, enti e aziende. Insomma, un grande impegno. Al quale
dovrebbe seguire la realizzazione nella stessa tenuta di un vero e
proprio albergo cinque stelle.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su