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Il Sole 24 Ore

È il momento
dei vitigni bianchi ... Dopo anni di crescita dei rossi... L’effetto-crisi pesa sul
“borsino” dei vitigni, ma il prossimo sarà di sicuro l’anno del
bianco. “Quando ci sono difficoltà economiche - spiega Eugenio
Sartori, direttore dei Vivai Cooperativi Rauscedo, azienda di
Pordenone che copre metà del mercato nazionale e pesa per il 40%
all’export e un fatturato di 55 milioni di euro - la domanda cerca
vini meno costosi e i bianchi sono più appetibili perché più snelli e
meno impegnativi. Senza contare che dopo anni di moda esagerata, ci
troviamo di fronte a una certa stanchezza per i rossi”.

La crisi finanziaria e dei consumi influiscono dunque sulle scelte dei
viticoltori e, di conseguenza, sul primo anello della filiera, quello
delle barbatelle, che incassa quest’anno una flessione del 30% a
livello mondiale. A reggere per ora è il Nordest, in crescita rispetto
allo scorso anno; la Sicilia resta stabile mentre il Lazio incassa una
flessione del 50% e la Toscana addirittura una flessione del 60%
d’investimenti.

“A livello europeo la Francia, che di norma vantava 250 milioni di
innesti, quest’anno è scesa a 138 milioni - spiega Dionisio Vizzon,
direttore commerciale di Vitis Rauscedo (PN), cooperativa da otto
milioni di fatturato -. In Romania aziende ben strutturate stanno
riducendo i vigneti da cento a sessanta ettari, mentre le cantine
nuove hanno azzerato gli investimenti”. “Vedo difficoltà in Spagna, e
in Francia e Italia le imprese si stanno auto-finanziando”.

Quanto al tipo di bacca, l’Est Europa manifesta ancora un certo
equilibrio tra rosso e bianco, mentre nell’Europa continentale e
soprattutto in Italia, la scelta è fortemente virata verso il bianco
(62% contro 38%). In pole position, complice la buona salute delle
aziende e l’estensione della “doc” fino a Trieste e in tutta la
provincia di Venezia, c’è il Prosecco con una piantagione che, stando
ai numeri forniti dai Vivai cooperativi Rauscedo, si attesta sui 2,7
milioni di ettari.

A seguire il Pinot grigio e il Catarratto siciliano, che quest’anno ha
scalzato il Nero D’Avola. In Campania sarà invece l’anno della
Falangina. Il Vermentino coprirà tutta la costa tirrenica, con una
buona presenza di Verdicchio e Pecorino. Mentre tornando al Nord e al
Piemonte si berrà soprattutto Arneis. Gli unici rossi che tengono sono
quelli veronesi atti a produrre Amarone, Ripasso e Valpolicella.
Quanto agli altri “vedo - spieva Vizzon - solo segni meno”.

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