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Il Sole 24 Ore

Gli Stati Uniti rinviano i superdazi sui prodotti Ue ... Agroalimentare. Urso: 15 giorni per arrivare a un accordo... Solo 15 giorni di tempo. Se in questo breve periodo a Bruxelles non accade nulla, Washington l’8 maggio farà scattare i superdazi dal 100 al 300 per cento su una serie di prodotti alimentari provenienti dall’Europa. Per l’Italia a essere minacciata dall’inasprimento della tassa è l’acqua minerale, bevanda che da anni conosce una brillante performance in tutti gli States. Con l’import ormai stabilmente oltre la soglia dei 500mila litri e 120 milioni di euro e che, l’applicazione dei superdazi, finirebbe per mettere in ginocchio. Scadeva infatti ieri il primo rinvio deciso un mese fa sull’applicazione dei superdazi, quale ritorsione Usa al blocco dell’import Ue di carni americane. Ma quando in molti di qua dall’Atlantico si aspettavano il peggio, ecco che dal cilindro della nuova Amministrazione Obama è uscita questa ulteriore mini-dilazione dei termini. Segno che il dialogo di questi mesi tra il commissario Ue al Commercio Catherine Asthon e il responsabile della Us Trade James Murphy ha dato i primi frutti. Un piccolo segnale, certo, che per il viceministro dell’Economia con delega al Commercio estero, Adolfo Urso, in una dichiarazione al Sole 24 Ore non esita a definire “una buona notizia che dobbiamo sfruttare per trovare un accordo. Certo, il tempo a disposizione non è molto, ma è chiaro che ora spetta a noi europei concertare una risposta che vada nella direzione giusta: vale a dire evitare che il neo protezionismo prevalga”. E dal 1998 che tra le due sponde dell’Atlantico dura questo braccio di ferro. Tutto ha inizio con gli Usa che hanno preteso di esportare nella Ue carni estrogenate, trovando per la netta chiusura di tutti i Paesi membri dell’Unione. Di qui la ritorsione dell’ex Amministrazione Bush di inasprire i dazi, applicati a rotazione su taluni prodotti. Per l’Italia a finire nel mirino sono state le conserve vegetali. Poi quest’anno l’attenzione Usa si è spostata sull’acqua minerale. Nel frattempo per cambiava anche il contenuto della questione. Nel senso che gli Usa non hanno più preteso di esportare carne agli ormoni, ma hanno chiesto alla Ue di potere aumentare le quote all’export di carni selezionate provenienti da capi allevati in modo naturale. Su queste basi tra le due sponde atlantiche il dialogo si è fatto più serrato. Ma a intralciare le cose sono arrivate le posizioni rigide di alcuni Paesi grandi produttori di carne, come l’Irlanda e la Francia, che hanno interpretato l’ampliamento delle quote come una minaccia. Rigidità che Urso cerca di smorzare, invitando tutti i Paesi dell’Unione a fare uno sforzo congiunto e a fare qualche passo indietro nella difesa dei propri interessi. Linea che trova la solidarietà del mondo agricolo, con il presidente di Fedagri Confcooperative, Paolo Bruni, che osserva come l’entrata in vigore dei dazi di ritorsione americani “in un contesto così difficile dell’economia mondiale rischierebbe di rendere ancora pi incerta la ripresa degli scambi commerciali, con effetti a catena penalizzanti per il rilancio dei consumi”.

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