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Il Sole 24 Ore

L’Eldorado ha il marchio halal ... Cibo, ma anche cosmetici, elettronica e farmaci: i prodotti per musulmani hanno già un giro di affari di 67 miliardi $... Sfida tra i Paesi Bassi e la Bosnia per diventare l’hub di riferimento in Europa... Nella prima giornata del Word Halal Forum 2009 Di Kuala Lumpur, la più importante fiera del cibo che rispetta i dettami dell’Islam, erano in due sale diverse ma parlavano la pubblico contemporaneamente. Da una parte il Ceo della società di logistica olandese LBB international. Dall’altra il direttore esecutivo dell’associazione Halal Europa Della Bosnia Erzegovina. Rivali su un unico obbiettivo: diventare il fulcro logistico in Europa del crescente business dei prodotti halal. Un mercato che oggi vale già 67 miliardi di dollari l’anno, ma che con il tasso di crescita della popolazione araba nel Vecchio continente, e le sue note percentuali di natalità, è destinato a valere presto molto di più.
Essere musulmani devoti non significa semplicemente scegliere hamburger preparati secondo i precetti del Corano. E’ molto di più. Un praticante non può mangiare un biscotto che, durante il viaggio dal produttore al negozio, sia stato stipato vicino a un alcolico o a del tabacco. Non può gustarsi una coscia di pollo fritta nello stesso olio in cui prima sono transitate costolette di maiale. Né sua moglie può usare un rossetto che contenga grassi animali o sia stato testato su cavie da laboratorio. Senza contare l’ormai ben noto capitolo della finanza islamica. Questo, a grandi linee, significa il bollino “halal”...

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