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Il Sole 24 Ore

Ma la cena è “zero-miles” ... Think globally, eat locally. Dopo l’orto di Michelle nel giardino della Casa Bianca, che fa pendant con quelli dei bancari disoccupati sui tetti di New York, Boston e San Francisco, Obama assesta il secondo colpo della sua linea estetico-politica. L’autarchia organica.
Al Blue Hill, l’elegante ristorante del West Village, dove presidente e consorte hanno passato un sabato romantico come una qualsiasi coppia dell’upperclass, vengono infatti serviti solo prodotti locali. Cibo stagionale coltivato in fattorie come lo Stone Brans Center, quarantacinque miglia da Manhattan, o l’omonima Blue Hill Farm nel Massachussets, di proprietà dello chef del ristorante. Dan Barber.
Secondo le stime di Coldiretti, al livello globale un pasto medio percorre più di 1900 chilometri su camion, nave o aereo prima di arrivare in tavola, consumando così più energia di quanto ne provveda in termini nutrizionali. Non solo: consumare prodotti a “chilometri-zero” contribuisce anche a ridurre fino a 1000 chili di anidride carbonica l’anno, con evidenti ricadute benefiche sul riscaldamento globale.
Se l’orizzonte autarchico condivide le sensibilità delle élites statunitensi più illuminate, che da tempo preferiscono i “farmers markets”, i mercati dove si acquista direttamente dai produttori, la scelta dell’organicità integrale sottolinea l’uso politico - e mediatico - che Obama sta facendo del suo corpo.
God, Green e Zero-Miles, quindi. Qualcosa di più di una scelta simbolica. Una vera svolta politica, contro il junk-food e a favore di cibi ecosostenibili. Per un nuovo sogno americano.

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