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Il Sole 24 Ore

Retromarcia di Bruxelles sul rosé ... Ritirata la proposta di ammettere la produzione di mix tra bianchi e rossi... Scampato pericolo. Non vedrà la luce in Europa quella miscela che faceva rabbrividire enologhi, viticoltori e veri amanti di Bacco: il vino da tavola rosé formato mescolando bianco e rosso.
Il commissario europeo all’Agricoltura, Marianne Fischer Boel, ha deciso ieri di fare marcia indietro e di ritirare la proposta di ammettere la produzione del rosé “ibrido”, che aveva già messo sul tavolo. Una proposta che era stata giustificata dall’esigenza di mettere alla pari i produttori europei con le pratiche enologiche di altri Paesi concorrenti produttori di vino, come il Sudafrica. A fornte però della ferma opposizione di vari Governi, con Francia e Italia in prima linea, e di molti viticoltori comunitari il commissario si è arreso.
“È importante che ascoltiamo il parere dei nostri produttori quando ci sono preoccupazioni per il cambiamento di un regolamento - ha ammesso la Fischcr Boel - nelle ultime settimane è diventato chiaro che la maggioranza del settore del vino è convinta che la fine del divieto di miscelazione metterebbe a repentaglio l’immagine del rosé tradizionale e io sono sempre disposta ad accogliere le buone argomentazioni”.
Un portavoce della Commissione europea ha poi negato che si tratti di un “regalo” a Nicolas Sarkozy da parte del presidente dell’Esecutivo Ue, José Manuel Barroso, per facilitare la propria riconferma. E ha sottolineato come per alcuni vini Doc (come lo Champagne rosé) la miscela bianco-rosso sia consentita e prevista dai disciplinari di produzione. A parere degli esperti, non si
tratta, tuttavia, di una pratica generalizzata, ma di pochi casi particolari e regolamentati che non possono essere invocati per giustificare la caduta del divieto nei vini da tavola, meno pregiati e controllati.
“Prendiamo atto con soddisfazione della decisione della Commissione - ha commentato Zaia -. È questa l’Europa che vogliamo, fondata sul rispetto delle identità, della qualità, della sicurezza alimentare e della tradizione”. Il ministro ha sottolineato che la riapertura della discussione in Europa sui metodi di produzione del vino rosato sfociata nella rinuncia di Bruxelles a portare avanti “una riforma che avrebbe sancito la morte di un prodotto di grande storia e qualità come il vino rosato, è stata ottenuta soprattutto grazie all’intervento congiunto di Italia e Francia, due Paesi uniti dalla comune passione per il vino e dalla cultura che ad esso è sottesa”. Un analogo commento positivo è arrivato dal ministro francese dell’Agricoltura, Michel Barnier, per una decisione “che preserva il nostro modello alimentare”.
Favorevoli anche i commenti di Confagricoltura, Cia e Coldiretti, che ha sottolineato come la decisione salvi circa 48 milioni di bottiglie di vero rosato Made in Italy da una concorrenza sleale su un mercato nazionale che e cresciuto del 20% negli ultimi cinque anni.

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