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Il Sole 24 Ore

La fiera di Verona scavalca Bologna e investe in servizi ... Dopo il testa a testa degli ultimi anni, ora la Fiera di Verona ha conquistato la seconda posizione, dopo Milano, tra gli enti espositivi italiani.
Sia come valore della produzione (89 milioni nel 2008 contro i 76 di Bologna Fiere) sia come utile operativo (ebit): 7,9 milioni (9% del valore della produzione) contro
i l5,1% di Bologna.
Resta capofila Fiera Milano, con 209 milioni di valore della produzione 2008 e 144 milioni (7%) di ebit.
Positiva anche la semestrale di Veronafiere, esaminata dal cda nei giorni scorsi. Le previsioni sono di chiudere l’anno con un fatturato di 77,9 milioni, in crescita del 12,1% rispetto alle proiezioni di inizio anno (il valore è inferiore al 2008 per l’assenza di alcuni eventi triennali). Il margine operativo lordo (ebitda) raggiungerà 11,5 milioni (+14,8%) contro gli 8,8 previsti all’inizio dell’anno.
Tutto bene, dunque? “Siamo ottimisti - risponde il direttore generale Giovanni Mantovani - anche considerando alcuni andamenti connessi alla crisi, che ha colpito in particolare settori come l’arredamento e soprattutto il trasporto: è già tanto che la nostra manifestazione Bus and Bus Mobility Business si faccia, visto che quasi tutte le altre fiere del settore in Europa sono state cancellate. La nostra forza - aggiunge - sta nel modello di business: Fieraverona gestisce direttamente la maggior parte delle manifestazioni, e segue il cliente anche con eventi all’estero, in forte crescita”. Un ottimismo confermato dalla decisione di investire 19 milioni di euro in nuovi servizi per espositori e visitatori.
Nuovi investimenti saranno dedicati anche al settore energia, visto anche il successo di Solarexpo, la mostra internazionale sulle energie rinnovabili. “Quella dell’energia è una nuova filiera molto importante per Veronafiere - spiega il direttore generale -, è l’unico settore che sta crescendo in modo significativo e in questo momento stiamo ragionando sull’ipotesi di tare un discorso complessivo
che attraversi l’agricoltura, l’abitare e l’edilizia”.
Vinitaly, con 4.400 espositori e oltre l00mila presenze, il 45% delle quali di operatori stranieri, (“un record mondiale”, dice Mantovani) resta l’evento principale dei 35 programmati e gestiti nel quartiere e degli otto realizzati all’estero. Seguono Samoter, manifestazione triennale sulle macchine movimento terra, e Marmomacc, la prima al mondo per il settore del marmo e dei prodotti lapidei (per la prossima edizione, in programma dal 30 settembre al 3 ottobre prossimi a Veronafìcre, nonostante il momento di difficoltà del comparto ci sono già oltre 1.400 iscrizioni di espositori da una cinquantina di paesi).
Intanto si cominciano a intravedere alcuni effetti positivi della crisi: “Non c’è nulla di formalizzato - racconta Mantovani - ma è cominciato un dialogo più intenso tra i 3-4 operatori più importanti del settore per trovare sinergie e razionalizzazioni.
Un processo auspicabile nel nostro paese, dove esiste un eccesso di offerta: se non ci diamo delle regole si rischia di creare delle crepe. Che saranno i concorrenti stranieri a riempire”.

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