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Il Sole 24 Ore

La carica dei tagliandi: voucher a 1,7 milioni ... Più della metà in agricoltura. Sacconi: la platea si può ampliare... Successo crescente dei buoni per le collaborazioni occasionali... Uffici Inps ma anche ricevitorie postali e rivendite di tabacchi: 600 punti vendita solo un anno fa che oggi sono diventati oltre 40mila. Bisogna partire da questo dato per misurare il grado di successo dei voucher, i buoni di lavoro per prestazioni occasionali introdotti dall’Istituto nazionale di previdenza in concomitanza con la vendemmia di un anno fa. Numeri da leggere in parallelo con quelli dei voucher venduti tra agosto e dicembre del 2008 (547mi1a) e il milione e passa (1.123.000) collocati nei primi otto mesi di quest’anno (quasi 1,7 miloni nei primi 12 mesi di pratica). Per un valore complessivo, tra tagliandi da dieci euro e tagliandi da 50, di 16,7 milioni tra retribuzioni nette e contributi. Cifre presumibilmente destinate a crescere ulteriormente a fine anno, visto che la vendemmia è solo all’inizio e visto che i prestatori d’opera potenzialmente interessati potranno essere pensionati e studenti come già deciso un anno fa, e ora anche i cassintegrati. A queste si deve aggiungere l’ampliamento della rete dei punti vendita che diventerà operativa tra qualche giorno. Non è un caso che il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, parlando ieri delle convenzioni sottoscritte tra Inps, Poste (oltre 14mila sportelli) e Associazione dei tabaccai (30mila negozi), si è detto convinto che “la diffusione dei buoni potrebbe essere maggiore, fino a 10 volte di più”. Intervenuto al Meeting di Rimini con il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, Sacconi ha detto che il sistema “sta intercettando una parte infinitesimale della possibile platea”, lasciando intendere che si può fare molto di più. Questo perché, grazie ai voucher “il datore di lavoro può beneficiare di prestazioni nella completa legalità e con una copertura assicurativa per il lavoratore”. Strumento pensato già dal giuslavorista Marco Biagi e reso operativo un anno fa, il voucher risponde essenzialmente per usare le parole di Mastrapasqua a tre obiettivi che sono la trasparenza, la legalità e la semplificazione nei rapporti di lavoro saltuario. Un tipo di rapporto, cioè, che il più delle volte finiva per essere liquidato con operazioni poco trasparenti se non addirittura in nero. La svolta è arrivata appunto un anno fa, con l’istituzione in via sperimentale dei buoni riservati alla raccolta dell’uva della vendemmia 2008. L’iniziativa si è rivelata subito efficace, tanto che in breve tempo è stata estesa a tutto il settore agricolo: in poco più di quattro mesi l’anno scorso sono stati utilizzati quasi 550mila voucher da 10 euro. Da qui la decisione di estendere il sistema anche ad altri settori produttivi e di servizio. Stando ai dati disponibili all’Inps, del totale voucher collocati al 21 agosto, il 51,9% ha interessato il settore agricolo, mentre assai più distanziati risultano altri tipi di prestazioni come la pulizia e manutenzione di edifici, le manifestazioni sportive o culturali, ovvero le vendite ambulanti e le consegne porta a porta, il commercio e i servizi fino al turismo che appare un settore destinato a farne grande uso in futuro. Tra le Regioni, la diffusione è risultata più ampia in Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.

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