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Il Sole 24 Ore

Con il vip e vista mare il conto sale ... Che delusione! Dopo anni di battaglie contro pane&coperto da tempo stavo pensando: abbiamo vinto, la grande maggioranza dei locali ha abolito il balzello.
Questo pensiero non era ancora volato via che, all’improvviso, è piombata come un falco nei conti dei ristoranti una nuova gabella: il pane&vista mare o il coperto&clienti Vip. Questa “sconvolgente” scoperta, purtroppo, l’ho fatta all’arcipelago della Maddalena (sì proprio quel posto deputato e poi sostituito per il G8) quando ho letto le dichiarazioni del patron del ristorante “la Scogliera” di Porto Massimo (un locale che, tra l’altro, ben conosco per aver promesso a me stesso e agli amici di non metterci più piede): si difendeva da un cliente che contestava il conto, adducendo tra l’altro la posizione del locale nonché la frequentazione di personaggi cari ai magazine di gossip. Insomma, pare chiaro che prezzi esorbitanti di ristoranti vista mare (e su questo “la Scogliera” è messa bene) o vista monti o vista lago o fiume o panorama o “bel sit” (e chi più ne ha, più ne metta...) nonché frequentati da personaggi famosi - nel caso della “Scogliera” il riferimento era a Naomi Campbell, a Ronaldo, ad Adriano - possano venir giustificati non dalla qualità ma da questo inedito valore aggiunto.

Quale miracolo possono fare le gambe della Naomi o i muscoli dei due noti attaccanti brasiliani o ancora le veline,le modelle, i presenzialisti da salotto, nonché da qualche tempo pure i politici? Il fatto ancor più bizzarro è che i controlli richiesti dal cliente del ristorante maddalenino hanno dato ragione al patron del locale... dunque tutto in regola, compresa la percentuale pane&vista e coperto&vip. Al di là di questo “episodio” sui conti tanto contestati durante l’estate (a Roma, a Milano eccetera), c’è una questione da porre all’attenzione: è sufficiente che il ristoratore sia in regola con i prezzi del menu, per esempio aragosta tot al chilo? Ma chi controlla quanto di quel crostaceo è finito negli spaghetti? E la qualità di quel piatto non ha alcun valore? Dunque spaghetto scotto, condimento scadente, non influiscono se il cliente contestà? Quindi vista mare e vip possono fare aggio sulla qualità e professionalità. Non sempre i ristoratori sono colpevoli del conto; spesso i clienti non controllano i prezzi oppure sussurrano per far bella figura, “faccia Lei”, magari anche riferendosi al vino. Così facehdo non ci possono essere se o ma di fronte a cifre ritenute spropositate che possono riguardare soprattutto il pesce e la carne (c’è il prezzo all’etto, ma il consumatore fa il conto rispetto a ciò che verrà servito?).

Questa non è stata solo l’estate dei conti contestati, ma abbiamo avuto anche un’altra straordinaria conferma: basta rifiutare un tavolo al magnate russo Abramovich per avere pagine di pubblicità gratuita sui giornali. Era successo l’anno passato, sempre in agosto a Forte dei Marmi, il fatto si è ripetuto quest’anno a Panarea. Un consiglio disinteressato al padrone del Chelsea: la prossima estate, prenoti sotto falso nome; avrà il tavolo e nessuno si farà pubblicità con il” coraggioso” (?) rifiuto. Un sospetto però mi viene spontaneo: chi passa l’informazione ai giornali? La risposta mi viene altrettanto naturale... La réclame è l’anima del commercio. Tavolo rifiutato ma non solo, anche le mance fuori norma cominciano a prendere spazio: protagonista sempre il magnate russo, l’anno passato all’isola della Palmaria e, pochi giorni fa sempre una lady from Russia (ma non sarà stata la moglie?), al Cinquale, ha fatto trasecolare i camerieri di un piccolo ristorante. Ancora una volta le notizie sono finite nelle pagine dei quotidiani, ma filtrate da chi? Che non siano gli stessi protagonisti russi a cercare pubblicità...? Siamo in attesa del prossimo rifiuto ad Abramovich: il locale diventerà subito noto. Sine qua non!

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