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Il Sole 24 Ore

La borghesia cambia stile di vita ... Addio ai college in Gran Bretagna - Professionisti tedeschi con il doppio lavoro... Dalla Francia agli Stati Uniti la recessione ha costretto a riscoprire la sobrietà... Meno divise quest’anno al college. In tempi di crisi le famiglie britanniche non riescono più a pagare la retta della scuola privata e in un’amministrazione locale su tre aumentano le domande per l’accesso a quelle pubbliche. “Una scelta dettata da fattori economici legati alla recessione”, sottolinea l’ultimo rapporto della Audit Commission di Sua Maestà. Una prima stima a livello nazionale, in base ai dati preliminari raccolti, ipotizza l’abbandono forzoso dei prestigiosi istituti privati da parte di circa 3.500 ragazzi. E se la storia insegna, la “diaspora” sarà ancor più evidente dopo le iscrizioni di settembre: durante l’ultima recessione del 1991-92, da un anno all’altro 8mila ragazzi passarono al pubblico. In Gran Bretagna è questa la spia più significativa della crisi della middie class, che si manifesta un po’ ovunque, ma in forme diverse. Anche negli Usa, in Germania, Italia e Francia il ceto medio è costretto a ridimensionare le proprie aspettative e a modificare gli stili di vita, facendo di necessità virtù... ...Negli Usa la difesa della classe media è al centro della politica di Barack Obama, che a gennaio ha creato un’apposita “task force” guidata dal suo vice Joe Biden. La fotografia più recente di quello che ormai viene definito ‘collasso” del ceto medio è stata scattata la settimana scorsa dal Censis Bureau. Nel 2008 il reddito di una famiglia media, depurato dall’inflazione, è sceso del 3,6% a 50.303 dollari, tornando ai livelli del 1997. “E siamo solo all’inizio - sottolinea Heidi Shierholz, economista dell’Economic Policy Institute - perché il quadro per il 2009 sarà a tinte ancor più fosche, con un livello di disoccupazione che a fine anno potrebbe raggiungere il 10%”. La famiglia media “è costretta a rivedere le proprie aspettative e si concentra sul presente. Per i figli si scelgono scuole meno costose e si rinuncia perfino ai risparmi per le pensioni”. Dalle delusioni ci si può consolare con il vino. Non più quello italiano, però. Secondo i dati dell’Italian Wine and Food Institute, nel primo semestre di quest’anno le importazioni dal nostro paese sono calate del 7,9% in quantità e del 18,9% in valore. Con la crisi, la famiglia media stringe la cinghia e preferisce vini a basso prezzo, meglio sfusi, provenienti da Australia, Cile e Argentina.

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