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Il Sole 24 Ore

Spritz, che spirito verace! ... Chi vincerà la battaglia tra “talebani” e innovatori per l’aperitivo che sta diventando trendy? Il contendere è lo spritz, aperitivo storico dell’area Padova, Treviso, Venezia, Verona, Trieste, gli schieramenti in campo sono i puristi legati soprattutto a un sito di universitari padovani (www.spritz.it) e le aziende produttrici di prosecco (Montelvini di Venegazzù e Moiette di Motta Livenza) che hanno registrato il marchio “spritzOne”, distribuendola bevanda in fusti.
Lo spritz ha natali lontani, ma non definiti. Il nome pare derivi da spritzen, in tedesco spruzzare, e sarebbe nato durante la denominazione asburgica.
Altri ritengono che l’etimologia potrebbe essere legata a un vino austriaco. La ricetta originale pare non esista, e la bevanda può essere elaborata in vari modi. Un tempo, nel nord-est, era l’aperitivo classico dei locali, chiamato anche spriss, “n’ombra de vin”. Si otteneva mescolando il rosso o il bianco con acqua o gazzosa.
Ora, in questi luoghi dove è ancora amatissimo, si è trasformato in un’icona di aggregazione nelle piazze dei Signori o delle Erbe. È composto da vino bianco,
seltz, o soda, o acqua con aggiunta o di Aperol (oggi il più diffuso e gradevole), o di Campari, o di Cynar o ancora di Select. La ricetta più gettonata è: sei centilitri di prosecco, quattro di Aperol, seltz o soda, ghiaccio o arancia. In città come Treviso e Venezia viene accompagnato con stuzzichini che ricordano molto le tapas spagnole sebbene i prodotti siano made in Italy: salumi, formaggi, sarde, polenta eccetera.
Il fenomeno spritz negli ultimi anni si è allargato a Brescia dove è chiamato “pirlo” e è arrivato perfino a Barcellona, dove
ha grande successo il bar Gin Gin Spritzeria e a Bruxelles al Piola Libri, diventando così un aperitivo di tendenza in grado di far ombra al diffuso e pernicioso happy hour. A Padova un gruppo di studenti universitari che fa capo al sito spritz.it ha dato vita a un vero e proprio manifesto che esalta la ricetta più o meno originale con l’apporto della creatività di ogni singolo barista,
Al grido di “voglio vedere mentre viene preparato e conoscere gli ingredienti” si rigetta lo spritzen in fusti e pure Io “Spritzer”, lattina di acqua e vino bianco, emulo del prosecco lanciato da Paris Hilton e lo “Spritzettino” in bottiglia. Spesso un prodotto riproposto si afferma: la tradizione è un’innovazione riuscita. In questo caso il fusto, la bottiglia, la lattina soffocano il rituale della preparazione, il dialogo con il barista, l’aggregazione, la creatività di aggiungere un ingrediente piuttosto che un altro, insomma si distrugge lo spirito verace dello spritz. Sine qua non.

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