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Il Sole 24 Ore

Agricoltori a secco ... Silvio Berlusconi replica alle accuse del presidente nazionale della Cia, Giuseppe Politi, che ha denunciato la scarsa attenzione dell’Esecutivo sul settore primario e traccia la linea di azione. “Il Governo - scrive il premier nel suo saluto ai produttori della Cia, che oggi a Lecce concludono la terza conferenza economica nazionale - ha un piano da 4,3 miliardi di euro di fondi comunitari da investire in innovazione, qualità e misure per favorire il ricambio generazionale ed il ritorno dei giovani alla terra”. È un piano di grande impatto che si accompagna all’altra sfida che Berlusconi giudica necessaria per “modernizzare” l’agricoltura italiana e che individua nella lotta alla contraffazione e alla concorrenza sleale, “contro ogni forma di frode alimentare che minaccia la sicurezza dei cittadini e che attenta - scrive ancora il premier - al nostro patrimonio agroalimentare. Per questo dobbiamo difendere con forza la denominazione di origine dei nostri prodotti”. Un aspetto decisivo su cui insiste anche il ministro delle Politiche agricole. Secondo un sondaggio quasi 3 italiani su 4 (il 72%) sono “pronti a spendere di più se avessero la certezza dell’origine dei prodotti e noi - dice Luca Zaia a Lecce - dobbiamo dargliela. Il consumatore quindi abbandona il mercato indifferenziato e sceglie il prodotto venduto con certezza di origine”. Per questo, ricorda Zaia, vi è un disegno di legge per chiarire l’indicazione di origine dei prodotti che così “rendiamo identificabili sul mercato. Siamo bravi a produrli e dobbiamo difenderli”. Su questa linea si attrezza anche la risposta alla crisi del commercio mondiale a cui non è estranea quella che Berlusconi chiama “speculazione internazionale sul costo delle materie prime che vogliamo combattere”. In questa crisi di mercato l’agricoltura sconta “la grave caduta dei prezzi all’origine che sta investendo - dice Politi - tutti i settori: cereali, frutta e ortaggi, vini, lattiero caseari, olio d’oliva. Occorre intervenire, serve una nuova politica agraria nazionale”. La Cia mette sotto accusa i tagli di risorse per 550 milioni di euro sottratte al settore tra Dpef, legge finanziaria 2010 e decreti anticrisi. A cominciare dai 250 milioni per finanziare il fondo di solidarietà per le calamità naturali: “Siamo l’unico paese europeo che fa marcia indietro sul regime delle assicurazioni agevolate - dice Politi -. Eppure sono indispensabili per gestire le crisi di mercato e difendersi dai danni atmosferici”. Per Zaia nessun problema: “Berlusconi ha promesso il ripristino delle risorse per questo fondo. Ha dato la sua parola e sono convinto che prima di fine anno ne avremo sicuramente il riscontro”. Quanto alle agevolazioni previdenziali per le imprese agricole che operano nelle aree svantaggiate e che sono coperte fino al 31 dicembre 2009, “in Parlamento - dice ancora Zaia - nel dibattito sulla finanziaria 2010, ci saranno spazi di recupero”.

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