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Il Sole 24 Ore

La contesa sul Prosecco divide Friuli e Veneto ... Le due regioni rivendicano la paternità del vitigno... I produttori del Carso ricorrono al Tar contro il decreto Zaia sulla nuova Doc... È colmo di Prosecco Doc il calice della discordia tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Le due regioni rivendicano entrambe la paternità dello storico vitigno, dopo la nascita della nuova Doc interregionale, sancita quest’estate con decreto del ministro per le Politiche agricole, Luca Zaia. La Doc allargata comprende tutte le nove province venete e friulane dove prima veniva prodotto il Prosecco Igt. Il riconoscimento, che si affianca a quello Docg per l’area di Conegliano-Valdobbiadene dove si
concentra storicamente la produzione, nasce nell’intento di tutelare maggiormente il prodotto made in Italy. A renderlo possibile è una piccola frazione del comune di Trieste, inclusa nella nuova area Doc, che di nome fa proprio Prosecco: la possibilità di ricondurre la produzione a un territorio, e quindi al piccolo paese dell’altipiano carsico, offre maggiori tutele contro la contraffazione. Ora lo scontro tra le due regioni è salito alle cronache dopo l’annuncio di un possibile ricorso al Tar del Lazio da parte dei produttori del Carso entro il prossimo 12 novembre, contro questo decreto. Gli agricoltori friulani chiedono in cambio “fatti concreti” per lo sviluppo dell’agricoltura locale, che la sede della nuova Doc Prosecco venga realizzata nell’omonima frazione del Carso triestino e che siano ridotti i vincoli comunitari delle Zps e dei Sic. “Il nostro settore è soffocato dai numerosi vincoli e dalla quasi totale assenza di sostegni allo sviluppo - fanno sapere dal Consorzio tutela vini Doc Carso -. Il Prosecco è un’occasione, ci sentiamo traditi e abbandonati”. Alle richieste risponde “di pancia” il ministro Zaia: “A me non sembra ci siano elementi di contrattazione e sono contrario allo strumento del ricatto. Non consideriamo futili le loro richieste, ma le risorse vanno trovate in altro modo. Cedendo si sancirebbe un precedente. È stata una richiesta dei produttori stessi per allargare le tutele, non una scelta del ministero. Ora hanno la possibilità di portare a casa una nuova Doc e dovrebbero guardare alle prospettive di mercato invece che chiedere una contropartita”. Storicamente, infatti, il Prosecco viene prodotto per il 98% in Veneto, in provincia di Treviso. “Non vogliamo che si faccia confusione - afferma Giancarlo Vettorello, direttore del Consorzio Docg di Conegliano Valdobbiadene -. Negli anni è proliferata la coltivazione di questo prodotto in seguito alla sua affermazione sui mercati. In Argentina, così come in Puglia, hanno iniziato a piantare queste uve, senza più tutele per il nostro vino. La soluzione individuata è ottimale: ora a testimoniare il legame con il territorio c’è anche un luogo, da dove si dice provenga l’originale vitigno. Ma resta il fatto che la produzione storica ha il suo centro in Veneto”. Solitamente, come sottolineano dal ministero, le sedi dei Consorzi di tutela vanno dove c’è la maggiore produzione. Ecco perché numerosi produttori, soprattutto veneti, sono contrari alla richiesta di aprire la sede a Prosecco, in provincia di Trieste. “Nella cittadina friulana potrebbero fare anche un’enoteca regionale oppure una seconda sede del Consorzio”, ipotizza Zaia. La contesa tra veneti e friulani assume presto un velato sapore politico, se si pensa che il ministro a Zaia correrà a marzo per le regionali in Veneto: “Mi dà fastidio quando vedo che si cerca di mettere in mezzo la politica - aggiunge il ministro -. Non accetto l’idea che i friulani si sentano derubati. Facciano pure ricorso, vorrà dire che scriveranno una nuova pagina della storia, come già è successo per il Tocai, facendo saltare questo riconoscimento”.

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