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Il Sole 24 Ore

Ma il Prosecco vola con la Doc … Ad agosto il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia ha piantato nel Carso triestino una barbatella di Glera, la “mamma” del Prosecco. Quasi a suggellare la creazione della nuova Doc interregionale. Prosecco, che ora comprende cinque province venete, a eslusione di Rovigo e Verona, e tutto il Friuli Venezia Giulia. Il riconoscimento lega così la denominazione a Prosecco, piccola frazione di Trieste, presunta terra d’origine del vino con le bollicine tra i più bevuti nel mondo (in Inghilterra, ad esempio, quello di Conegliano-Vladobbiadene, l’unico riconosciuto come Docg, ha incrementato le vendite del 25% negli ultimi 4 anni). Un’opportunità per i viticoltori del Friuli Venezia Giulia, anche se molte aziende agricole del Carso devono fare i conti con i vincoli ambientali che sussistono sul 75% dei terreni agricoli. In zona, si sono costruire diverse case nuove “quasi esclusivamente villette con prezzi tra i 2500 e 3mila euro al metro quadro”, dice Marco Tessaris, titolare di Tecnocasa Roiano. Ma gli agricoltori non possono piantare nemmeno un vitigno, espandere le coltivazioni o sostituire le colture arboree sui terreni già coltivati. “Ci sono circa 100 ettari di terreno che potrebbero essere coltivati - spiega Andrej Bole, presidente del Cionsorzio vini Doc Carso - Servirebbero però circa 10 milioni di euro per riqualificare le terre. Per fare i sentieri o sistemare i muretti a secco, evitando che il costone carsico scivoli verso il mare. Ma le norme comunque lo vietano”. Così il mercato della compravendita ne risente. “L’universo delle aziende agricole - precisa Liliana Savioli, vicepresidente Fimaa Trieste - è costituito da micro realtà. I terreni sono parcellizzati e in vendita non c’è praticamente niente”. Di conseguenza le quotazioni non sono mai inferiori a 200mila euro per ettaro. Intanto sul fronte veneto i produttori di Prosecco temono le conseguenze dell’allargamento della Doc, soprattutto sull’area di Vicenza e Padova, dove è in corso un’installazione intensiva di Prosecco. Qualcuno prevede il collasso delle quotazioni dell’uva nell’arco di cinque o sei anni. Il mercato infatti è estremamente chiuso: difficile trovare qualche campo di vigna in vendita. “Dal punto di vista immobiliare - spiega Marco Posocco, presidente provinciale di Fimaa Treviso - il mercato è quasi inesistente. Raramente c’è qualcosa con valori completamente fuori mercato”. La vendita, inoltre, è quasi sempre gestita dai proprietari. In Veneto, alla destar del Piave, un ettaro di vigna con irrigazione e in pian produzione è quotato fra i 150 e i 250mila euro all’ettaro. I prezzi salgono a 350-400mila euro sulla sponda sinistra dove le vigne si arrampicano sulle colline e ogni metro di coltivazione in più è letteralmente strappato al bosco. Siamo nel regno della microproprietà , soprattutto se si guarda ai terreni di Cartizze, spumante Docg della storica sottozona del Superiore di Cartize, un’unica collina di circa 100 ettari di vigneto nel comune di Valdobbiadene dove le quotazioni si spingono sino a un milione e mezzo di euro all’ettaro.

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