Il Sole 24 Ore

Il risveglio del Garda … La veneta Valpolicella, conosciuta per l’Amarone, è uno dei simboli italiani più “invidiati” all’estero. Per il sesto anno consecutivo un manipolo di studenti americani qualche mese fa è arrivato dalla University of Illinois nel cuore della nota area veneta per apprendere metodi e tecniche tipiche dell’Amarone. La loro destinazione era quella dell’Università di enologia di Villa Lebrecht, a San Floriano, dove da alcuni anni il professor Paolo Zardini organizza attività di scambio culturale. Proprio a San Floriano, grazie al convergere di volontà istituzionali e locali, potrebbe concretizzarsi in futuro la “cittadella del vino” con l’avvio di un polo specializzato. Chissà se questa iniziativa, in caso di successo, accentuerà o meno l’appeal del territorio come sede di seconde case, oggi di esclusivo interesse (o quasi) dei veronesi (qui il mercato immobiliare infatti è principalmente costituito da prime case). “Di rustici anche storici su questi territori sene trovano - fa sapere Angelo Zignani dell’agenzia Cariano, affiliato Tecnocasa - Quando hanno le migliori caratteristiche, incluso il vigneto, la cifra di richiesta minima si attesta sui 500mila euro, ma si arriva facilmente anche a diversi milioni”. Soprattutto a Marano, Negrar e nella Val Fiorita: qui la proposta locale non manca, ma nessuno è più disposto a investire in cifre che non corrispondono al valore del bene proposto. Per trovare un vero e proprio mercato di seconde case bisogna spopstarsi nel vicino bardolino, altra terra di rossi, conosciuta per l’omonima Doc. “Più che in Valpolicella, la domanda si sposta nelle zone del Basso Lago - precisa Giulio Zanorini, vicepresidente provinciale Fiaip Verona - , vicino a paesi come Cavaion. Oppure nell’Alto, dove si trova Lazise. Di solito il mercato turistico si concentra nella zona del Bardolino: qui si compra casa e da qui si parte alla scoperta delle cantine della Valpolicella”. Nel Bardolino, dove un ettaro di vigneto Doc costa dai 200 ai 300mila euro per ettaro, il segmento delle seconde case ha tenuto, nonostante la crisi e i prezzi alti. A sostenere il mercato non sono più i tedeschi, ma gli olandesi e soprattutto gli italiani provenienti dal Trentino Alto Adige, da Verona, Milano, Mantova e dall’Emilia. Poche le abitazioni nella cittadina di Bardolino dove si è costruito poco. La scarsa offerta ha fatto sì che quei pochi immobili disponibili, tutti usati, non si siano deprezzati. Per un bilocale di circa 60 mq si parte da una quota di 250mila euro, mentre per un trilocale la cifra minima è 300mila. “Le posizioni più belle - aggiunge Annamaria Righetto, contitolare di Immobiliare Righetto - sono occupate da soluzioni datate che costano tanto proprio per questo motivo. Le ville anni ’60 da risistemare e con vista lago partono da circa 1 milione e 300mila euro, mentre una casa singola da rimettere a posto si aggira tra i 700mila euro e il milione”. Rustici e casali, quando si trovano, vanno per lo più in mano a imprese che ristrutturano e poi frazionano. In questo caso, per un appartamento senza spazio esterno non si spendono mai meno di 350mila euro. Prezzi alle stelle anche a Lazise dove i rustici sono rarissimi. Per 200 metri quadri da ristrutturare, con un po’ di terreno, si parte da 900mila euro. Gli operatori raccontano di qualche russo in cerca di ville: se da ristrutturare non costano mai meno di un milione; già ristrutturate mai meno di due milioni. Un appartamento nuovo oscilla invece tra i 4mila e i 7mila euro al metro. “Chi acquista nella nostra zona - dice Mike Olivetti di Interlingua Immobiliare - il 90% delle volte lo fa per investimento: falle nostre parti la rivalutazione annuale è intorno al 506% mentre affittando la casa il reddito lordo si atetsta sul 5 per cento”.