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Il Sole 24 Ore

La Russia beve più vino: spazio per bottiglie doc ... In calo vodka e birra - Italia secondo fornitore... Un po’ meno di vodka e di birra, qualche bicchiere in più di vino. Sul mercato russo delle bevande alcoliche, la domanda di vini è la più dinamica. Con oltre 7 milioni di ettolitri nel 2008, la Russia è diventata il quinto produttore europeo dopo Italia, Francia e Spagna e subito dopo la Germania. Nel periodo gennaio-agosto 2009 le vendite di vodka sono calate del 4%, quelle di birra del 6,7%, mentre quelle di vino sono leggermente aumentate dello 0,1% e quelle di cognac dell’1,2 per cento. Ma i dati ufficiali sottostimano l’attuale ripresa della produzione di vino nelle regioni meridionali della Russia, da Rostov sul Don a Krasnodar, alla Kabardino-Balkaria, dove le maggiori imprese vinicole si attendono una fine 2009 con crescita annua tra il 4-5 fin oltre il 10 e un 2010 ancora più favorevole. Il vino russo, almeno come pura quantità, sta sostituendo il vino importato: fin verso il 2005 le proporzioni sul mercato erano all’incirca eguali, ma dopo il 2006, il divieto dell’import di vino georgiano e moldavo ha favorito il vino russo (ma anche quello da tavola italiano). La società Business-Analitica stima che nella prima metà del 2009 il 65,9% del vino sul mercato russo fosse di produzione locale, e solo il 34,1% quello importato, mentre la svalutazione del rublo del 2008-09 porterà adesso il vino russo a oltre il 73-74% del mercato nel 2010, contro il 26-27% di quello importato. Anche se i russi rimangono al settimo posto mondiale come consumo pro capite con 7 litri annui, contro 9-10 negli Usa, tra i 26 e i 30 litri in Germania e Regno Unito e oltre i 50-55 in Francia e Italia, il consumo è comunque cresciuto di almeno il 30-40% negli ultimi cinque anni. Nel 2008, anno boom per le importazioni di vino straniero, cresciute ufficialmente da 514 milioni di dollari nel 2006 a 910 milioni di dollari, il mercato russo del vino era stimato tra i 2,8 e i 3 miliardi di dollari. “Il mercato russo del vino ha ancora spazio nel segmento elevato, e non è comunque in grado di sostituire l’import di vino caro, perché è orientato al consumo di massa”, dice Boris Titov, direttore generale della Abrau-Diurso, nella regione di Krasnodar, che produce 11 milioni di bottiglie, con vini di qualità come Myskako, Chateau le Grand Vostok, Gelendzhik. Un grave problema per il vino russo è l’esiguità dell’area coltivata a vite, non più di 60mila ettari, contro i l70mila del periodo sovietico fino al 1985, quando la campagna antialcolica fece terra bruciata di buona parte dei vigneti di allora. Il piano attuale di ritornare ad almeno 10mila ettari di vigneti entro il 2020 è tutt’altro che garantito, e toccherà soprattutto agli investitori privati attuarlo. Gli operatori italiani hanno ripreso il secondo posto dopo i francesi nel 2008, con il 16,5% del mercato di importazione. Nella prima metà del 2009 il nostro export di vino in Russia è sceso del 10,7%, un buon risultato di tenuta del mercato, tenendo conto delle perdite di altri settori export, in media sul 25-30 per cento.

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