Il Sole 24 Ore

Dal mercato spinta alla Sicilia ... I rapporti preferenziali con la politica sono stati fino a ieri l’elemento decisivo del fare impresa in Sicilia. Ma oggi, accanto a quella che Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, definisce la“coalizione della rendita”, il blocco sociale maggioritario che vive di economia assistita, s’è fatta strada nell’Isola una nuova generazione di imprenditori che opera sui mercati e fonda il suo successo su innovazione, qualità del prodotto e rispetto della legalità. A queste imprese che remano controcorrente, la Fondazione Res (promossa da Fondazione Banco di Sicilia sostenuta da UniCredit) ha dedicato una ricerca, coordinata da Carlo Trigilia, ordinario di sociologia economica dell’università di Firenze, che offre uno spaccato nuovo dell’economia siciliana. Le società industriali “dinamiche e innovative” della Sicilia hanno vita media inferiore a vent’anni, dimensioni che non superano i 50 addetti e rappresentano lo 0,3% delle imprese siciliane e il 3% del valore aggiunto regionale. Operano in maggioranza nelle costruzioni (37%) e nell’agroalimentare (19%); seguono meccanica, apparecchi elettrici e mezzi di trasporto (16%), servizi privati (14%) e settori manifatturieri leggeri (12%). Sono gestite da imprenditori di età compresa tra 40 e i 60 anni. E sono dislocate per il 60% nella parte orientale dell’isola, in una fascia che parte da Messina, passa per Catania, al primo posto per imprese dinamiche, e si spinge fino a Siracusa e Ragusa. “I casi di successo provengono da aziende che stanno su mercati competitivi”, ha spiegato Lo Bello durante la tavola rotonda svoltasi ieri a Palermo e moderata dal direttore del Sole 24 Ore, Gianni Riotta. Tra gli imprenditori intervenuti spiccavano Josè Rallo, azionista-manager della casa vitivinicola Donnafugata, e Antonio Sellerio, dell’omonima società editrice...