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Il Sole 24 Ore

Polemica Ania-Zaia sui morti in strada ... Nel mirino gli effetti dell’alcol... Trentanovemila morti e oltre 1,7 milioni di feriti in tutta Europa. È il drammatico bilancio delle vittime sulla strada nel 2008. Numeri che vedono l’Italia con 4.731 morti ai primi posti tra i paesi del Vecchio Continente, ma che, nonostante tutto, lasciano spazio alla polemica tra associazioni e istituzioni. “L’alcol è responsabile del 30% delle vittime” tuona Umberto Guidoni, segretario generale dell’Ania (l’associazione delle imprese di assicurazione). “Guidoni è in malafede, tace su tanti altri fattori” è la replica, secca, di Luca Zaia, ministro dell’agricoltura. Si aggiunge la Fipe, la federazione dei pubblici esercizi: “Secondo l’Istat solo il 2,2% delle morti è legato all’alcol. Ma non si devono strumentalizzare le vittime, solo fermare la strage”. Risponde ancora Guidoni: “I dati dell’Istat sono sottostimati”. Secondo la fondazione Ania per la sicurezza stradale e l’European transport safety council, per ridurre le vittime dell’alcol alla guida è necessario intervenire subito con campagne per la promozione del “guidatore designato”, nuovi dispositivi tecnologici e un maggior numero di controlli sulle strade. “Il dato - ha detto Guidoni - è allarmante e riguarda soprattutto i giovani. Il ministro Zaia minimizza il problema dell’alcol alla guida, dicendo che vietarlo danneggia l’economia del nostro Paese. Ma se un ragazzo consumatore muore sulla strada a 18 anni, nel lungo periodo sul mercato verranno immessi 500 ettolitri di vino in meno”. Una dichiarazione che Zaia non ha gradito: “Mi spiace che una voce autorevole come quella dell’Ania si abbandoni ad espressioni così ciniche da essere prese in considerazione a fatica. Attribuirmi un computo che equipara una vita umana a una misura economica è falso, è scorretto ed è fuorviante rispetto al dibattito. Persino chi è in totale malafede, come probabilmente Umberto Guidoni, deve riconoscere che ho posto la questione del rapporto tra alcol e guida in termini totalmente diversi”. Non solo. Il ministro ha quindi chiesto “che si tenga presente che ogni volta che si parla di responsabilità negli incidenti mortali, oltre a quella derivante dall’abuso, non dall’uso, del vino, si inseriscono fattori determinanti quali velocità, distrazione e uso di farmaci, sui quali faccio notare la totale assenza di informazioni data dal signor Guidoni”. Dati che invece arrivano da Antonio Avenoso, direttore esecutivo di Etcs secondo cui le morti per stato di ebbrezza sarebbero seconde solo a quelle causate dalla velocità. I toni della polemica si sono abbassati quando il segretario generale dell’Ania è tornato a chiedere “più risorse per il miglioramento della sicurezza stradale in Italia”. Il questore della Camera dei deputati Antonio Mazzocchi (Pdl), ha quindi insistito sulla necessità di “approvare in fretta” la riforma del Codice della strada, mentre Pietro Mantovano, del ministero dei Trasporti, ha spiegato che per incentivare i controlli sulle strade “il dicastero ha impegnato 15 milioni di euro per l’acquisto di 2.200 precursori alcolemici e 1.000 etilometri omologati”. Il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni, ha infine sottolineato la necessità di invertire le logiche della comunicazione, vietando pubblicità ingannevoli sugli alcolici e puntando sulla formazione dei genitori.

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