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Il Sole 24 Ore

Spumante re del Natale con vendite ai massimi ... Accelera la corsa dell’export, bollicine italiane leader in Usa... Entro fine anno superata la barriera dei 150 milioni di bottiglie (+10%)... L’America della crisi, e non solo, premia lo spumante italiano. Lo fa con un aumento delle importazioni dall’Italia, che a tutt’oggi segnano un più 10 per cento. Una crescita isolata, poiché le quantità totali di bollicine importate segnano un calo medio del 6%, con punta massima del meno 27% per lo champagne. Non par vero, ma i consumatori yankee, che pure nelle scelte di acquisto sono tra i più attenti al fattore prezzo, quest’anno dimostrano una particolare venerazione per lo spumante made in Italy. Molto più di quanto non accada per gli stessi vini della Penisola (-5% in quantità e -16% in valore), messi sotto pressione dalla concorrenza di australiani e sudamericani. Per lo spumante, invece, è tutta un’altra faccenda. Non fosse altro che per il brindisi che la coppia presidenziale statunitense farà l’ultimo dell’anno con il Prosecco che l’imprenditore Aneri dichiara di avere già spedito alla Casa Bianca. Ma a parte questa apertura di credito, resta il fatto che la ventata di ottimismo che gli spumantisti d’Italia avvertono proviene da molte parti. È un fatto che in tema di produzione il 2009 un record lo ha già messo a segno: con 340 milioni di bottiglie, in aumento del 10% si è persino oltre il tetto di 330 milioni raggiunto all’epoca del giro di boa del millennio. Produzione che consolida il terzo posto dell’Italia nella graduatoria mondiale delle bollicine. Ma c’è un altro record che rende più chiara la positiva performance del settore. Si tratta, appunto, delle esportazioni. Per il direttore del Forum spumanti d’Italia, Giampietro Comolli, quest’anno le vendite all’estero hanno raggiunto e superato 190 milioni di bottiglie. L’incremento rispetto all’anno passato viene quantificato intorno al 10%, con punte del 15-18% per il Prosecco, che indossa la veste della star più gettonata del momento in Italia e ancora di più all’export. Tanto basta a compensare il trend del mercato interno, dove il consumo di bollicine si mantiene su basi stabili di 150-160 milioni di bottiglie. Di cui più di 80 milioni consumate - lo dice Giuseppe Politi della Cia - in occasione delle festività di Natale e Capodanno. Ma se il Prosecco, vino spumante aromatico unico al mondo, ha tratto vantaggio dalla saggia decisione di definire una volta per tutte l’area di produzione, con l’istituzione della Docg e della Doc che ha trovato nel ministro delle Politiche agricole Luca Zaia un fervente sostenitore, l’Asti sembra avere ritrovato la fiducia di una clientela che per tradizione festeggia le feste comandate con una coppa di spumante dolce naturale. Forse ciò che i piemontesi dovrebbero fare è una strategia che impegni intorno a un progetto comune di promozione istituzioni e imprese private. Unitarietà che purtroppo latita ancora. Il problema non si pone per la Franciacorta, dove i produttori locali da tempo hanno fatto una scelta di tutela del nome legato al territorio che ha permesso di elevare il proprio prodotto al livello più alto della graduatoria qualitativa. Una via che il Trento classico, e con qualche ritardo anche l’Oltrepo pavese, ha saputo ben reinterpretare e applicare alle proprie produzioni locali. In questo scenario che ha ridato slancio all’immagine della spumantistica nazionale, l’unico segno meno sta nel fatturato al consumo, sceso da tre miliardi di euro del 2008 a 2,7 miliardi quest’anno. Colpa della crisi che ha spinto i produttori a tagliare in prezzi. Ma per i consumatori è meglio così.

Il più caro. Bellavista. La riserva Vittorio Moretti, Franciacorta Docg si trova in enoteca a 100/110 euro; viene prodotta con uve Chardonnay, al 100% solo delle annate migliori.

Il più premiato. Desiderio Bisol. Il Cartizze Docg di Bisol a quattro anni dal lancio ha conquistato 10 primi premi assoluti nelle competizioni internazionali; in enoteca costa 22 euro.

Il più venduto. Guido Berlucchi. Quest’anno della cuvée Imperiale brut di Berlucchi sono stati venduti oltre tre milioni di bottiglie, su una produzione totale di 5,3 milioni; al supermarket costa 10/12 euro.

Il più vantaggioso. Tenuta il Bosco (Zonin). Il Phileo brut è prodotto solo con uve Pinot nero dell’Oltrepo pavese, se ne producono oltre 150mila bottiglie e al pubblico costa appena 7 euro.

Il più esportato. Villa Sandi. Di Fresco se ne producono 700mila bottiglie: 500mila vanno all’export. In Germania è il Prosecco Doc con il miglior rapporto prezzo-qualità: 12 euro.

L’ultimo nato. Ferrari Spumanti. Il riserva Lunelli è stato lanciato all’inizio di novembre ed è il primo spumante della casa trentina a cui è stato dato il nome di famiglia; in enoteca a 50/60 euro.

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