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Il Sole 24 Ore

Dal Vinitaly una spinta ai consumi ... In lieve recupero nel primo bimestre le vendite nella grande distribuzione... Cresce l’attesa per la rassegna veronese (apre giovedì) gli operatori puntano a consolidare i segnali di ripresa... Già l’attesa è andata oltre ogni previsione. Il Vinitaly che si apre l’8 aprile nel quartiere fieristico di Verona per chiudere lunedì 12 è un evento a 360 gradi: economico, di costume, spettacolare, gastronomico, promozionale e molto altro ancora. L’industria del vino, anche se per certe produzioni si può parlare di sofisticato “artigianato”, ha messo sul mercato lo scorso anno 260 milioni di ettolitri, per un controvalore stimato oltre i 40 miliardi di euro. Molto, forse troppo visto che i consumi stanno scendendo da un paio d’anni. L’Italia non fa eccezione ed il mercato è considerato oggi cinque punti sotto i livelli raggiunti nel 2007. Tutti si attendono che il Vinitaly dia il segnale della riscossa, confermi una ripresa lieve ancora nei numeri del primo bimestre 2010 ma supportata da un forte ottimismo dei produttori visto che solo il 3,l% dei leader italiani, stando a una indagine di Mediobanca, pensa a un ulteriore passo indietro nel 2010. Un buon termometro può venire da una ricerca che Iri presenterà al Vinitaly e che riguarda il vino nella Gdo (grande distribuzione) italiana, indicatore non da poco visto che assorbe il 44% delle vendite. C’è uno 0,1% di crescita nei volumi ed uno 0,3% nei valori nel primo bimestre dell’anno, con l’affermazione sempre più solida delle etichette a denominazione. I consumatori si stanno orientando verso un vino di qualità ma a prezzi contenuti: il 90% delle vendite di vino in bottiglia riguarda una fascia di prezzo sotto i 5 euro, il 60% sotto i tre euro. Domina le vendite di casa nostra il Lambrusco, seguito da Chianti e Montepulciano ma se si va a guardare le tendenze è il Negroamaro di Puglia ad avere fatto registrare un vero boom di vendite nel 2009, con un +34,7%, seguito da Syrah al 26,5%, Bianco di Custoza, Morellino di Scansano, Soave e Prosecco. Incrociando, poi, i vini più venduti con quelli a più alto tasso di crescita c’è un terzetto che emerge: Prosecco a +17,3%, Vermentino a +13,6 e Bonarda a +12,1. C’è, infine, un dato ancora su cui dalla manifestazione veronese è attesa chiarezza: l’export italiano di vini lo scorso anno è cresciuto in volume del 10,2% sfiorando i 20 milioni di ettolitri, ma è calato in valore con un -5,4%, attestandosi a circa 3,5 miliardi di euro. “Siamo sicuramente il punto di riferimento mondiale del settore - dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - e come sempre abbiamo aggiunto ulteriori elementi alla nostra proposta. Quest’anno gli operatori hanno potuto già prenotare online gli appuntamenti con i produttori ottimizzando così il loro tempo, ma sono cresciuti i servizi per tutti coloro che arrivano a questo evento unico nel suo genere per la varietà di mondi che fa incrociare e di interessi che muove. Non va dimenticato poi che quel nome, Vinitaly, è anche la prima promozione per la produzione di casa nostra ed è un marchio riconosciuto ormai a livello mondiale. Se Verona è la casa madre, infatti, sono marchiati Vinitaly anche tutti gli appuntamenti mirati che da gennaio a dicembre promuoviamo con successo in ogni angolo del mondo”. “In questi giorni - aggiunge il presidente di VeronaFiere, Ettore Riello - siglerermo una partnership con la Hong Kong wine and spinit exhibition che ci porterà ad una collaborazione stretta in una zona strategica per il nostro sviluppo. Ma è solo una tappa, per quanto importante, di un percorso vasto che passa da un piano industriale di investimenti sulla Fiera per 70 milioni e che è ispirato da quella che chiamo insoddisfazione creativa, una spinta intelligente a cercare sempre il miglioramento. Non è di poco conto, poi - nota Riello - il fatto che quest’anno, per la prima volta, il presidente Napolitano visiterà Vinitaly, così come il fatto che ci saranno centinaia di appuntamenti di approfondimento e formazione, a partire dall’analisi che verrà svolta da Marco Fortis della Fondazione Edison”.

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