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Il Sole 24 Ore

“L’anno della svolta per il vino” ... Inversione di tendenza possibile grazie al traino della domanda dagli Stati Uniti... “Per il vino italiano sarà l’anno della ripresa”. Piero Antinori ci crede. Il leader del gruppo fiorentino, 2mila ettari divigna, 18,3 milioni di bottiglie vendute nel 2009 con 119,6 milioni di euro di ricavi e 21,1 di utile prima delle tasse, guarda con ottimismo all’appuntamento del Vinitaly, in programma a Verona da oggi al 12 aprile. “È importante capire il trend - dice - e siccome le prime indicazioni parlano di un aumento dei visitatori, penso che l’inversione di tendenza del mercato sia possibile. E mi aspetto che a trainare gli acquisti siano gli stranieri”.

Ripartono le esportazioni?

I consumi degli Stati Uniti stanno aumentando, anche grazie al rafforzamento del dollaro. E ci sono Paesi emergenti che vanno molto bene, come Serbia, Ucraina, Albania, i cui numeri però sono ancora modesti. Gli stranieri poi aiuteranno a far ripartire il mercato italiano: sento parlare di incrementi nell’ordine del 30% delle prenotazioni da parte dei viaggiatori americani e questa è davvero una bella prospettiva.

Che segnali arrivano dall’Oriente?

Vado a maggio in Cina per rendermi conto della situazione: stiamo seminando, ma il tempo della raccolta non è ancora arrivato.

Antinori si presenta quest’anno al Vinitaly con una “degustazione-evento” di sei vendemmie di Solaia, uno dei vini più conosciuti al mondo, il primo italiano ad aver vinto nel 2000 la classifica di Wine Spectator. Come mai?

Ce lo hanno chiesto gli organizzatori: sarà la prima degustazione pubblica dedicata al Solaia che ha tutt le caratteristiche per diventare un vino da collezionisti, anche per i mercati orientali.

L’anno scorso, in coincidenza del Vinitaly, il settore fu investito dagli scandali del vino taroccato e del mancato inspetto dei disciplinari. Le cose sono milgliorate?

Puntualizziamo: negli ultimi trent’anni è stato fatto un gran lavoro per migliorare qualità e immagine del vino italiano. Con risultati eccellenti. Oggi i nostri prodotti sono molto apprezzati e hanno una reputazione solida in tutto il mondo. La seconda sottolineatura riguarda la capacità, tutta italiana, di riuscire a farci del male da soli.

Vorrebbe disciplinari più flessibili?

Alcuni sono troppo rigidi. Il rispetto delle regole è fondamentale, ma quando si prevede l’impiego al 100% di un solo vitigno, come nel caso del Sangiovese per il Brunello di Montalcino, diventa facile cadere in errore anche in buona fede. Personalmente, sarei favorevole a un’interpretazione del disciplinare che lasciasse un margine di tolleranza tra il 3 e il 5%, non di più. Mi sembrerebbe ragionevole rispettoso della realtà.

Come vanno i conti del gruppo Antinori?

Abbiamo chiuso il 2009 in linea con l’anno precedente, come volumi e ricavi, a parità di perimetro di bilancio. Una leggera flessione c’è stata, nell’ordine dell’8%, per effetto della cessata licenza di distribuzione di Krug, che però ha influito solo sulle quantità perché era un’attività in rimessa. A livello consolidato abbiamo realizzato oltre 21 milioni di risultato prima delle imposte, e soprattutto abbiamo migliorato la posizione finanziaria netta, diminuendo l’esposizione da 149 a 122,5 milioni. Senza fare un’ora di cassa integrazione. Anzi, aumentando leggermente i 400 posti di lavoro. E andiamo avanti con i piani d’investimento.

Quando sarà pronta la nuova cantina?

I lavori nel comune di San Casciano Valdipesa procedono e pensiamo di poter inaugurare la cantina nel 2011, con annessi museo, ristorante e percorso guidato per accogliere non meno di 10mila visitatori all’anno, il costo finale sarà intorno agli 80 milioni.

Cosa vi aspettate nel 2010?

Abbiamo predisposto un budget aggressivo, con una crescita prevista del 10% e sono ottimista per i motivi che dicevo all’inizio: il mercato ripartirà, trainato soprattutto dai consumatori americani.

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