02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Investimenti sprint nel vino ... Napolitano: “Enologia emblema di storia, cultura e lavoro”. Vinitaly. Un’azienda su tre accelera il rinnovo degli impianti e prepara nuove acquisizioni ...
Il vino italiano rialza la testa ed è pronto a rispondere alla crisi economica internazionale con gli investimenti. Un messaggio emerso con forza al Vinitaly di Verona, il principale appuntamento internazionale del settore al quale è intervenuto, ieri, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E il presidente Napolitano ha voluto lanciare un importante messaggio ottimistico affermando come “il vino italiano, emblema di storia, cultura e lavoro è anche un emblema di diversità e di unità. E riuscito cioè a coniugare la diversità dell’offerta dei propri territori con l’unità dell’azione sui mercati. Senza diversità perderemmo infatti la nostra identità. Ma senza unità e capacità di fare sistema non riusciremo a mantenere le quote raggiunte all’estero e conquistare nuovi spazi”.
Il vino made in Italy quindi ha tutte le carte in regola per riprendere il percorso che l’ha portato a raggiungere posizioni di leadership. Certo la crisi economica ha lasciato il segno. Anche se dai dati resi noti a Verona, l’Italia sembra aver già dato risposte alle difficoltà ponendo le basi per uscire rapidamente dalla crisi. Ad esempio, come emerge da una ricerca di Unioncamere e Istituto Tagliacarne presentata ieri, l’Italia del vino ha affrontato meglio la congiuntura negativa sia rispetto alla rivale Francia, che ai nuovi competitors di Australia, Cile, Argentina e Nuova Zelanda. “Quasi un quinto del vino commercializzato al mondo - ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - è made in Italy. L’Italia, infatti, oltre ad essere il primo produttore mondiale, è il secondo esportatore con una quota del 18% del commercio internazionale. Inoltre mentre la quota italiana è rimasta stabile lo scorso anno, la Francia ha perso dieci punti percentuali”.
Ma indicazioni importanti per le imprese sono venute anche dallo studio realizzato da Unicab-Confcommercio per Veronafiere sull’“Impatto della crisi sul vino italiano”. Dal sondaggio, condotto su un campione di 365 cantine di ogni dimensione, è emerso che alla prova dei fatti solo il 31% delle aziende ha riscontrato un calo del proprio fatturato. Per un altro 32% invece il giro d’affari è rimasto stabile mentre per il 36% addirittura aumentato.
Un trend che ha rilanciato la propensione agli investimenti delle cantine italiane. Sempre lo studio Unicab-Confcommercio sottolinea infatti come, anche In un anno difficile come il 2009, circa il 30% delle imprese intervistate ha effettuato investimenti. E che si intravedano segnali positivi è stato confermato anche nel corso dell’incontro organizzato da Confagricoltura sulle politiche per ridare valore all’export. “Sul mercato si stanno aprendo importanti opportunità - ha detto il produttore Lucio Mastroberardino, titolare del marchio Terredora - : i consumatori Usa si stanno convertendo verso vini meno alcolici e con una propria identità territoriale come i nostri Doc”.
Infine dopo il vino sfuso, anche quello in bottiglia potrebbe essere negoziato: la Borsa merci telematica italiana ( Bmti) ha dato il via a un mercato telematico, presentato al Vinitaly.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su