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Il Sole 24 Ore

Così rivive il vitigno della Serenissima ... Dimenticate il concetto tradizionale di agriturismo. Venissa, aperta al pubblico da qualche giorno, è altra cosa. È un’antica tenuta murata che sorge sull’isola di Mazzorbo, accanto a Burano, nel cuore di quella parte della laguna veneziana che è un trionfo di colori. Seimila metri in tutto che ospitano orti, frutteti, una peschiera e poi la vigna. Appena un ettaro dove Gianluca Bisol, direttore generale della storica famiglia di produttori di Prosecco, ha piantato la Dorona, un vitigno autoctono a bacca bianca diffuso in laguna ai tempi dello splendore della Serenissima Repubblica, ma da tempo dimenticato. Bisol ci ha messo grande passione storica e di ricerca, suo fratello Desiderio e Roberto Cipresso hanno aggiunto la consulenza tecnica ed enologica e nel 2012 saranno pronte le prime bottiglie di quello che già si annuncia come un vino ricercatissimo e come tale prenotato con largo anticipo. A dominare la vigna c’è ancora, come molti secoli fa, un suggestivo campanile, poi ci sono gli edifici recuperati con grande perizia e curati in ogni dettaglio, anche nell’arredamento, esclusivamente con il meglio del made in Italy, per ricavarne sei camere, una sala eventi capace di ospitare fino a 200 persone e un ristorante molto esclusivo nella cui cucina già regna Paola Budel, chef bellunese formatasi con Gualtiero Marchesi e Michel Roux. Parlare di un pur sofisticatissimo agriturismo è limitativo perché questo, in realtà, è un progetto culturale. Quell’area, di proprietà del comune di Venezia, era abbandonata da tempo e Bisol l’ha ottenuta in concessione sulla base di una proposta sostenuta dall’Ente parco laguna e preparatà in partnership con Terre di Venezia, società costituita con Alberto Sonino. Lo stesso Sonino che poco lontano, su un’altra isola della laguna, l’antica Certosa, ha dato vita a un importante polo nautico dove Bisol ha pure messo radici aprendo un piccolo albergo con 18 stanze interpretate da altrettanti artisti internazionali e un ristorante, il Certosino, rigorosamente attento all’identità veneziana ma senza cedere agli stereotipi. Il fiore all’occhiello del percorso di Bisol, che parte comunque dalle colline trevigiane patria del Prosecco con il Duca di Dolle e passa da Shangai 2010 dove lo spumante ufficiale del padiglione veneziano è il Beistar, ossia “stare bene” in dialetto veneto, resta comunque la vigna e l’antica tenuta murata di Venissa che diventerà un vero e proprio laboratorio per la ricerca e la formazione agroambientale, in linea con il Master in cultura del cibo e del vino avviato dallo stesso Bisol con l’università veneziana di Ca’ Foscari.

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