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Il Sole 24 Ore

Prosecco e Unesco, una scelta coerente ... A seguito dell’articolo sul Prosecco pubblicato sul Sole 24 Ore del 16 maggio, desidero intervenire sull’argomento così da chiarire alcuni punti che ritengo fondamentali. La candidatura delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene a patrimonio dell’umanità dell’Unesco non è una trovata estemporanea ma l’atto finale di un processo in corso da anni, che vede i produttori di prosecco impegnati in prima persona in un’azione di trasformazione virtuosa del paesaggio rurale. Un processo da sempre sostenuto con atti concreti sia dalla Regione del Veneto che dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Non è certo un caso che qui, come nel resto dell’Europa, gli agricoltori si trovino con i soggetti più attivi nelle politiche di tutela e conservazione del paesaggio. Per il mondo rurale il paesaggio viene visto e vissuto come elemento di vantaggio competitivo e vero e proprio fattore produttivo. Sono almeno dieci anni che il Consorzio di tutela del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene ha promosso attraverso il Centro ricerche agricole del Cnr di Conegliano una serie di studi volti a indagare il rapporto esistente tra qualità del prodotto e qualità del paesaggio agrario nel quale lo stesso viene coltivato, sia sotto il profilo del marketing che dell’ecologia, sia, soprattutto, sotto il profilo delle qualità biochimiche ed organolettiche del prodotto. Un’intensa attività di formazione dei propri associati, attuata attraverso convegni ed eventi formativi sul tema, hanno finito per sedimentare, negli anni passati, una diffusa presa di coscienza sull’importanza del paesaggio che viene oggi effettivamente, e non demagogicamente, inteso nei modi espressi dalla Convenzione europea del paesaggio. Una presa di coscienza che si è rafforzata con le iniziative di pianificazione paesaggistica d’ambito della Regione e della Provincia e con il confronto con analoghe esperienze europee riguardanti territori vinicoli già tutelati dall’Unesco. Tutte tali attività hanno portato quasi naturalmente all’avvio della procedura di candidatura. Siamo ben consci dell’estrema difficoltà dell’impresa per un paese come il nostro che già conta 43 siti e per una Regione che ne assomrna ben cinque, così come siamo fermamente convinti che il percorso vada fatto tutto e con convinzione per la bellezza e l’unicità dei luoghi, ma soprattutto perché tale iniziativa segna comunque la strada che il mondo rurale dovrà affrontare per riproporsi come soggetto in grado di esprimere una cultura ed una visione dello sviluppo basata sulla sostenibilità, sulla qualità, ma anche, infine, sulla bellezza.

Giancarlo Galan

Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali.

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