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Il Sole 24 Ore

Vini uniti nella corsa ai mercati ... Dall’Europa 257 milioni di finanziamento per la promozione fino al 2013... Nate una decina di associazioni temporanee di imprese per azioni di marketing mirate sui paesi extra Ue... Gioco di squadra all’estero per promuovere il vino italiano. Dopo anni in cui la promozione internazionale del vino made in Italy è stata frenata dall’estrema polverizzazione delle iniziative, finalmente arriva qualche segnale di inversione di tendenza. I produttori italiani, cogliendo le opportunità e i finanziamenti di Bruxelles puntano ora a mettersi insieme per valorizzare le etichette italiane sui mercati internazionali, in quei paesi cioè dove i consumi di vino stanno crescendo. E lo fanno con le associazioni temporanee di imprese (Ati) la formula proposta dal ministero per le Politiche agricole per promuovere il vino made in Italy. Progetti che mettono insieme grandi nomi dell’enologia italiana ma anche consorzi della stessa Regione o dello stesso territorio che si trovano ora a remare nella stessa direzione mettendo al bando le rivalità del passato. Le iniziative messe in piedi in forma aggregata e dirette ai mercati extra-Ue dopo una partenza in sordina, sembrano aver imboccato la strada giusta. Già per il 2010 si sono contate circa una decina di associazioni temporanee di imprese (da Made in Piedmont a Calabrian Wine Mood) sui circa 70 progetti presentati. Ma per il prossimo anno che vedrà i finanziamenti Ue salire a quota 48 milioni di euro (per cofinanziare i programmi al 50%), già fioccano nuove iniziative. Tra le principali azioni già operative ci sono ad esempio l’Istituto grandi marchi (che nel progetto da 3,2 milioni di euro coinvolge nomi come Marchesi Antinori, Carpené Malvolti, Masi e Donnafugata e altri), il Consorzio Italia del vino (che mette insieme in un programma da 7,5 milioni Santa Margherita, Ferrari, Zonin, Sartori, Giv, Gancia e Marchesi di Barolo) o ancora il tour globale organizzato da Veronafiere sotto le insegne del marchio Vinitaly. Per incentivare la creazione di Ati il ministero ha previsto criteri di premialità nelle graduatorie che danno accesso ai finanziamenti oltre alla possibilità riservata ai programmi che coinvolgono organismi interprofessionali (come ad esempio Consorzi di tutela) di ottenere un finanziamento aggiuntivo da parte delle amministrazioni regionali. Una fiche finanziaria ulteriore che può portare così la quota di finanziamento pubblico al 70 per cento. “Lo strumento delle associazioni temporanee aveva bisogno di un po’ di rodaggio prima di decollare - spiega il presidente dell’Istituto grandi marchi, Piero Antinori - ma ora la sua valenza è chiara a molti visto che permette di razionalizzare le risorse consentendo investimenti importanti anche a imprese di piccole dimensioni e garantisce alle aziende la possibilità di presentarsi come un unico interlocutore”. “La promozione congiunta che faremo negli Stati Uniti, in Giappone e in Cina - aggiunge il presidente del Consorzio Italia del vino, Ettore Nicoletto - completa il percorso avviato dalle imprese sempre più convinte della necessità di darsi regole comuni anche sotto il profilo produttivo”. La vera novità viene dalle campagne messe in cantiere da organismi della stessa regione che in passato tendevano più a rimarcare le differenze che a promuovere il territorio. È il caso ad esempio dei grandi rossi di Toscana (Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano e Chianti classico) che andranno insieme a Hong Kong, Singapore, Cina, Brasile e Usa oppure delle due griffe venete (Valpolicella e Prosecco Doc) che saranno insieme in Usa, Canada, Svizzera e Norvegia. “La nostra è una joint funzionale spiega il direttore del Consorzio della Valpolicella, Olga Bussinello anche perché i nostri prodotti si completano. Quindi in una presentazione al pubblico il Prosecco la fa da padrone negli aperitivi mentre i grandi rossi, dall’Amarone al Valpolicella, vengono presentati successivamente”. “Nel nostro caso invece i vini appartengono alla stessa categoria - aggiunge il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Ezio Rivella - ma non ha importanza. È più importante mettere insieme le forze ed essere presenti in maniera massiccia sui mercati nei quali i consumi mostrano una crescita. Nulla impedisce poi alle singole imprese di sottolineare le proprie specificità”.

Il comparto

I finanziamenti europei per l’export extra Ue. In milioni di euro

2010: 25; 2011: 48; 2012: 82; 2013: 102.

L’export italiano in Europa e fuori. Valori in euro.

Mondo. 2009: 1.338.535.047; 2010: 1.442.479.800.

Ue 27. 2009: 771.856.917; 2010: 782.791.064.

Extra-Ue 27. 2009: 566.678.130; 2010: 659.688.736.

Le previsioni di Confagricoltura per il 2010. Voto e var. % della produzione.

Ottima annata Umbria +15%; Piemonte +10%; Trentino Alto Adige =; Emilia Romagna +2,14%.

Tra buona e ottima Friuli V. Giulia +5%; Puglia +3,5%; Lombardia +2,5%; Toscana +0,2%; Sicilia -2,75%.

Buona annata Campania +13%; Calabria +13%; Sardegna -10%.

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