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Il Sole 24 Ore

A me mi piace ... Voilà i vini naturali...Una crescita lenta, ma non potrebbe essere diversamente dopo anni di omologazione di un gusto “internazionale”. Un’offerta ristretta di pochi produttori e di un mercato che ha mediaticamente richiesto altro. Una distribuzione difficiledi fronte a una domanda rivolta a un gusto rotondo, legnoso.

Sono i vini cosiddetti naturali, una classifìcazione che tuttora trova grandi difficoltà di interpretazione di fronte a normative lacunose, contradditorie, non ancora definitive. Concetti, quali biodinamica, biologici (è sempre l’aspetto agricolo a essere in primo piano: vigneto, uva), associazioni, quali VinNatur, Viniveri, TripleA, La Renaissance des Aoc, comunque hanno cominciato a circolare anche tra gli appassionati.

Non è più una sorpresa così scoprire a Milano, nella trattoria Rovello 18 (via Rovello 18, tel. 02.272093709), un covo di carbonari dei vini “naturali’”, così come a Forli, nella trattoria Don Abbondio (piazza Guido da Montefeltro, tel. 054.325460), e a San Terenzo (Lerici), all’Osteria del mare (via XX settembre, tel 0187.974074), imbattersi in due giovani patron che, con grande coraggio, hanno inserito nelle loro carte dei vini produttori italiani e francesi che praticano agricoltura biodinamica o biologica e utilizzano solo lieviti indigeni.

Ebbene le sorprese sono continue, anche in Sicilia dove il vino, nell’ultimo decennio, ha davvero avuto un ruolo di primo piano. Non pensavo che soprattutto in locali isolani estivi, quali a Salina “Nni Lausta” o a Filicudi “laSirena”, a pochi metri dall’acqua, si potessero contare nella lista tanti vini naturali.

Così ho potuto assaggiare delle autentiche chicche a cominciare da un inaspettato trebbiano “siciliano”, Veruzza 2006, morbido con giusta acidità, dell’azienda agricola Guccione, quindi ho gustato un fresco, agrumato, fruttato Catarratto Porta del vento 2008 dell’azienda agricola Marco Sferlazzo di Camporeale (Pa); alla Madia di Licata uno strepitoso Vinudilice rosato dei Vigneri (Salvo Foti) 2007 che a occhi chiusi può dar l’impressione di gustare uno champagne. Sempre di questo produttore il Vinupetra 2007 (nerello mascalese e nerello cappuccio), un rosso potente ma al tempo stesso delicato. E poi ancora lo speziato Frappato di Vittoria di Arianna Occhipinti 2007 e il Frappato 2008 fresco e intrigante dell’azienda Cos nell’inconsueta bottiglia. Sine qua non.

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