02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Crisi alimentare rientrata, resta il rischio sui prezzi ... Il vertice Fao. Produzione di cereali adeguata alla domanda... La Fao ha affrontato ieri a Roma, durante una riunione che ha visto la partecipazione dei delegati di 75 Paesi diversi, l’aumento dei prezzi delle commodity alimentari di fine estate. Il primo dato sotto i riflettori dell’organizzazione Onu è infatti un consistente incremento del prezzo del grano, che nel corso del mese di settembre è salito con una forbice che va dal 60 ll’80% rispetto al luglio di quest’anno. Un aumento, secondo la Fao, dovuto in gran parte al blocco delle esportazioni russe dopo gli incendi di agosto, blocco che dovrebbe continuare fino al raccolto del prossimo anno. La situazione, sottolineano in Fao, è sì da tenere sotto controllo, ma non così grave come nel corso del 2008. Infatti, i prezzi del frumento rimangono in ogni caso ancora inferiori del 36% rispetto al picco raggiunto nel marzo di due anni fa. E una situazione contingente pesante ma meno drammatica è presente per quanto riguarda il mais (con aumenti di circa il 40% rispetto ad agosto) e il riso (+7%). In crescita è risultato anche il prezzo dell’orzo, che ha superato quota 250 dollari a tonnellata, quasi il doppio rispetto ai livelli di un anno fa. La Fao sottolinea che la situazione prezzi è sotto stretto e costante monitoraggio a causa delle pesanti ricadute sociali dei rincari alimentari. Le nazioni povere pur avendo fatto scendere i livelli delle loro importazioni ai valori più bassi dal 2008 ad oggi, si trovano a far fronte a una spesa aggiuntiva di 2 miliardi di dollari, che raggiungerà nel periodo 2010-2011 i 27,85 miliardi di dollari. In particolare, la Fao ha individuato in trenta le nazioni che hanno bisogno di assistenza internazionale per i propri approvvigionamenti alimentari. Queste nazioni sono distribuite fra Africa, Medio Oriente e Asia, con l’aggiunta di Haiti. Per molte di esse, tuttavia, i problemi di approvvigionamento sono dovuti più alla situazione interna che ai prezzi di mercato attuali. La Fao però ritiene anche che, complessivamente, la produzione di cereali nell’anno in corso, unita alle scorte accumulate in passato, dovrebbe poter coprire la richiesta mondiale nel periodo 2010-11. In totale, il raccolto del 2010 si assesterà su un livello di 2.239 milioni di tonnellate, con un calo limitato all’l% rispetto al 2009; una cifra assai consistente, dato che stiamo parlando del terzo raccolto più grande di sempre. Nei paesi Ue le previsioni complessive Fao parlano di una produzione cerealicola che toccherà per l’anno in corso i 282,7 milioni di tonnellate, in calo rispetto alle prime previsioni che erano state date all’inizio della stagione, e con un decremento che tocca quasi il 5% rispetto al 2009. Dopo la riunione, uno dei delegati ha detto che nel corso della discussione c’è stata “una divisione abbastanza netta fra i Paesi anglosassoni, fautori del laissez-faire e contrari a intervenire sui prezzi anche in presenza di possibili effetti speculativi, e un altro gruppo di Paesi, tra cui la Francia, che ritengono invece necessario un intervento per evitare possibili conseguenze dannose”. Divisione che si è manifestata anche sulla possibile costituzione di strutture stabili di vigilanza sull’andamento dei prezzi, che secondo i delegati di alcune nazioni dovrebbero affiancarsi al Wto.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su