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Il Sole 24 Ore

I sussidi verranno progressivamente eliminati entro il 2015… La Ue ancora prigioniera delle distillazioni forzate … Risale a poche settimane fa la notizia, ignorata da molti media, che in Piemonte è stato necessario ricorrere alla distillazione di crisi per i vini “senza mercato”, trasformando in alcool le eccedenze vinicole piemontesi per oltre 200mila ettolitri. Un atto divenuto necessario per la tendenza di molti produttori a non seguire le indicazioni di diradamento delle vigne, nonostante le sovvenzioni europee. Il risultato è stato il peristere di un “lago” di eccedenze destinato ora a diventare alcool. Ma come funziona il mercato vitivinicolo in Europa? Secondo la riforma del settore, entrata in vigore il 1° agosto 2009, era giunto il momento di dire “basta” alle dispendiose misure d’intervento e sostegno optando per misure positive volte a favorire la competitività dei vini europei sui mercati mondiali. Promozione. La riforma vitivinicola decisa dalla Ue prevedeva un programma di diradamento delle vigne per eliminare le eccedenze dal mercato. I sussidi per la distillazione di crisi e per la distillazione di alcool per usi commestibili sarebbero stati inoltre ridotti fino a esaurimento e le somme così risparmiate si sarebbero potute usare per promuovere il vino sui mercati dei paesi terzi contribuendo ad ammodernare vigneti e cantine. La riforma puntava quindi a contribuire alla protezione ambientale delle regioni vitivinicole, a tutelare la qualità dei vini e a semplificare le regole di etichettatura a vantaggio di produttori e consumatori. Il provvedimento era stato appoggiato dall’allora commissaria europea all’Agricoltura, Mariann Fischer Boel, come una grande opportunità per rilanciare l’immagine internazionale dei vini europei. “Ritengo -aveva detto- che questa riforma segni una svolta fondamentale nella storia del nostro settore vinicolo”. Misure positive, quindi, che puntano soprattutto a promuovere nel mondo il “made in Europe”, a ristrutturare i vigneti e a sostenere alcuni prodotti. Il sostegno per la distillazione in alcool e per la cosiddetta “distillazione di crisi” è previsto dalla riforma solo fino al 31 luglio 2012 al più tardi. I fondi disponibili per le misure di sostegno vanno da 794 milioni di euro per il 2009 fino a 1.231 milioni fino al 2013. A queste cifre vanno aggiunti, per il diradamento dei vigneti, 464 milioni nel 2009, 334 nel 2010 e 276 nel 2011. Il diradamento. La riforma vitivinicola prevede inoltre il taglio dei programmi di distillazione, con la graduale riduzione dei sussidi sia per la distillazione di crisi (da un massimo del 20% a un minimo del 5% del bilancio agricolo nazionale nell’arco di 4 anni fino al 2012), sia per la distillazione in alcool per la produzione di spirito. Anche qui i finanziamenti vengono progressivamente ridotti su quattro anni. Le restrizioni al diradamento dei vigneti previste per stabilizzare il mercato vitivinicolo dovrebbero essere però eliminate entro il 2015, quando si spera che i vini europei abbiano raggiunto un livello di qualità tale da riuscire a sostenere la sfida mondiale.

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