02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Il made in Italy scopre sei mete oltre Cina e India ... Egitto, Vietnam, Brasile, Turchia, Corea del Sud e Polonia: segnatevi questi nomi. Saranno le sei stelle polari che nel 2011 guideranno gli investimenti delle Pini italiane verso i paesi emergenti. E i grandi Bric? Cina e India non vanno messe da parte, il loro fascino continuerà intatto. Ma per i player più piccoli le stelle consigliano realtà minori: “Meglio paesi ancora in fase di lancio - sostiene Roberto Giovannini, partner di Kpmg responsabile proprio per il cosiddetto middle market - con alcune caratteristiche comuni: deregulation in corso in alcuni settori chiave dell’economia, allargamento della base manifatturiera, apertura agli investimenti esteri,privatizzazioni, attenzione alle infrastrutture”. L’Egitto, secondo Giovannini risponde a questo identikit, e in più presenta una classe media dal reddito crescente, un pubblico perfetto per i beni di consumo made in Italy. “E’ un paese vicino - aggiunge - e questo rende l’apertura di filiali più gestibile per una Pmi”. Il Vietnam, invece, lo segnala perché “secondo le previsioni più accreditate dei prossimi anni, sarà una delle prime economie del Far East”. Di recente, poi, è stato avviato un forte processo di privatizzazione, mentre sono partiti considerevoli investimenti per rafforzare le infrastrutture del paese, per cui possono esserci spazi interessanti per la filiera italiana delle costruzioni e perle aziende dei trasporti. Il Brasile, invece, ha due assi nella manica da non sottovalutare: i Mondiali del 2014 e le Olimpiadi del 2016. Miliardi da spendere fra grandi opere, trasporti, servizi. Turchia, Korea del Sud e Polonia sono invece le tre promesse del 2011 secondo il senior economist di Sa- ce, Alessandro Terzulli. Nomi diversi, ma attenzione:
c’è un filo che li lega ai tre proposti dagli esperti di Kpmg. “Sono i cosiddetti paesi emergenti “avanzati”- chiarisce Terzulli - ed è in questo gruppo, prima ancora che nei quattro Bric o negli emergenti puri, che vanno cercate le migliori occasioni per le Pmi italiane nel 2011”. Se è vero, come sostengono alla Sace, che alimentari, arredamento e moda sono i settori dove si concentrano le nostre piccole imprese da esportazione, questi compatti “riusciranno a registrare risultati al di sopra della media proprio nei mercati emergenti avanzati. Per il biennio 2010 - 2011 Sace prevede un +5,8 per gli alimentari e le bevande, un +8,2% per i mobili e un +7,2 nella moda, con i beni di lusso accessibile che andranno meglio e quelli di fascia media che accuseranno il colpo”.
Questi dunque i mercati. Ma quali sono gli insegnamenti che le Pmi italiane devono assolutamente recepire, per aggredire 2011 e non esserne aggredite? Secondo Guido Meardi, partner di McKinsey, sono due. Il primo: comprendere le peculiarità del mercato dove si va a operare. La parabola: “Un importante produttore di birra internazionale - racconta Meardi - si è reso conto che non poteva ottenere i prezzi necessari per sostenere la domanda africana senza cambiare il proprio modello di business. Ha modificato gli impianti produttivi per adattarli a ingredienti più economici acquistati in loco, manioca e zucchero al posto di orzo e malto, e si è appoggiato a distributori locali, con il risultato di ridurre i prezzi, aumentare la domanda e incrementare la propria quota di mercato in diversi paesi africani”.
Il secondo messaggio riguarda la figura classica del piccolo imprenditore “eroico”, che decide tutto da solo. Un modello da rivedere: “Non funziona - spiega Meardi - su mercati che richiedono forte adattabilità locale e team responsabilizzati. Meglio procurarsi le giuste competenze, sia all’interno, nella struttura italiana, che in loco”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su