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Il Sole 24 Ore

Al via i controlli anti-diossina ... Coldiretti: nessun calo dei consumi ma serve l’etichetta obbligatoria... Test delle aziende sull’import di latte e formaggi - In Germania riapre metà degli allevamenti chiusi...Via delle aziende italiane a controlli straordinari anti-diossina su latte e formaggi importati nonostante le rassicurazioni fornite ieri dalle autorità tedesche sulla qualità della loro produzione e i controlli in Italia sull’import di uova, latte e mangimi dalla Germania.
E ci potrebbe essere un ulteriore giro di vite qualora, il 13 gennaio, il ministro della Salute Ferruccio Fazio decidesse l’adozione di misure particolari. Intanto i consumi di uova, secondo produttori e distributori nazionali, procedono normalmente. La sindrome delle uova tedesche alla diossina non ha innescato paure incontrollate. Anche se solo oggi le autorità sanitarie di Berlino forniranno i risultati delle analisi di tutti i Land. Contemporaneamente oggi l’Italia parteciperà a Bruxelles a una riunione tecnica sull’emergenza diossina in Germania. E gli elementi che emergeranno saranno portati alla riunione che Fazio ha convocato per giovedì prossimo. Comunque in Italia “non risultano - ha ribadito il sottosegretario alla Salute Francesca Martini - nessun prodotto alimentare tedesco provenienti dalle partite contaminate dalla diossina”. Ieri Assolatte, l’associazione dei produttori lattiero-caseari, aderente a Federalimentare, ha deciso “di avviare controlli straordinari campionari sulle materie prime importate nonostante il ministro dell’Agricoltura tedesco, Ilse Aigner, abbia rassicurato che “non c’era e non c’è alcun pericolo immediato per la salute” anche se non si può parlare di “cessato allarme” per lo scandalo delle uova alla diossina. Per le imprese contaminatrici ci saranno una serie di “conseguenze”, anche a livello penale. Secondo il ministero tedesco “rimangono chiusi per controlli 1.635 allevamenti a livello nazionale rispetto agli oltre 4.700 dei giorni scorsi: ieri le autorità della Bassa Sassonia, il land più colpito dalla contaminazione, hanno infatti dato il via libera a 3mila aziende”. Allo stesso tempo tutte le aziende produttrici di latte che erano state chiuse temporaneamente, complessivamente 460, hanno ripreso le attività. Intanto secondo Frederic Vincent, portavoce del commissario europeo alla salute, sarebbe entro i limiti ammessi il tasso di contaminazione alla diossina rilevato nella partita di mangime tedesco inquinato intercettata in Francia e Danimarca, oltre a quelle accertate in Olanda e Gran Bretagna. Il valore rilevato si avvicinerebbe a 0,75 nanogrammi per chilo, che è appunto il tasso massimo ammesso di diossina. Bruxelles ha comunque ingiunto alle agli allevatori tedeschi colpiti dalla contaminazione che dovranno abbattere gli animali. Sempre secondo fonti comunitarie, si chiama Petrotec il produttore delle 26 tonnellate di acidi grassi destinati a uso industriale che hanno innescato la contaminazione alla diossina di mangimi per animali prodotti dalla Harles und Jentzsch, la società tedesca all’origine dello scandalo. Gli acidi grassi della Petrotec, che produce carburante bio-diesel ed ha sede in Westfalia, erano regolarmente etichettati come destinati al solo uso industriale. Sono stati invece mescolati negli impianti della Harles und Jentzsch con 500 tonnellate di oli vegetali per mangimi. Sul fronte italiano Rita Pasquaretti, attuale direttore generale dell’Unione nazionale dell’avicoltura, osserva che “al momento le vendite di uova in Italia non risentono di alcun problema”. Sulla stessa linea Aristide Moretti, presidente di Cascina Italia, azienda bergamasca all’avanguardia nella selezione e nell’imballaggio di uova: “Non avvertiamo nessun problema sul mercato - osserva l’imprenditore - anche perché l’Italia importa pochissimo e del resto la tracciabilità del prodotto è un elemento fondamentale”. Anche per Coldiretti i consumi si mantengono al momento su livelli normali, meno di due uova al giorno per famiglia. “A rassicurare i consumatori - sostiene Coldiretti - è stato il sistema di tracciabilità che consente di controllare l’origine al consumo. Il codice vigente a livello comunitario che consente di risalire al produttore”. Per questo è fondamentale l’approvazione della legge sull’etichettatura d’origine annunciata dal ministro per le Politiche agricole Giancarlo Galan per il prossimo 12 gennaio. Una legge nazionale che - conclude Coldiretti - dovrà tamponare una carenza comunitaria sull’etichettatura che oggi più che mai si dimostra clamorosamente incomprensibile.

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