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Il Sole 24 Ore

Allarme sul grano da Parigi ... Il ministro Le Maire: “Se necessario, limiteremo l’export”... La Francia rischia di esaurire entro marzo il frumento destinato all’estero... Da Russia e Ucraina, epicentro del terremoto che l’estate scorsa ha investito il mercato del frumento, arrivano notizie rassicuranti sulle prospettive del prossimo raccolto. Ma già si profilano nuovi possibili fattori di tensione per i prezzi. Le alluvioni in Australia rischiano di peggiorare ulteriormente la qualità del grano, mentre la Francia - ormai secondo esportatore mondiale - potrebbe esaurire già entro marzo le scorte di grano destinate al mercato estero. Il ministro francese dell’Agricoltura, Bruno Le Maire, non solo non ha smorzato l’allarme, lanciato dall’ente statale France AgriMer, ma l’ha probabilmente accentuato. “Oggi la situazione delle scorte non è preoccupante - ha detto in un’intervista a Canal Plus – ma se la crisi continuasse, dovremmo adottare misure per limitare l’export e tenere in Francia le nostre scorte di grano”. Altre dichiarazioni, rilasciate qualche ora prima, erano state un po’ più rassicuranti: “Continueremo a esportare - aveva promesso Le Maire - e comunque spetta alla Commissione europea valutare quali misure prendere nei prossimi mesi, se mai dovessimo avere problemi di scorte, cosa che oggi non si sta verificando”. Parigi, chiamata a supplire buona parte dei fornitori ex sovietici, nel 2010-11 potrebbe esportare fuori dall’Unione europea un record di 11,6 milioni di tonnellate di grano tenero (contro 9,8 milioni della passata stagione). Ma la domanda, soprattutto dal Nord Africa, sembra insaziabile. L’Algeria in particolare, scossa da disordini legati ai rincari alimentari, nelle ultime settimane ha accelerato le importazioni. Ieri il direttore generale dell’Office Algerien Interprofessionnel des Céréales (Oaic), Noureddine Kehhal, ha assicurato che nel paese ci sono scorte di grano per almeno sei mesi, ma ha anche anticipato che il governo “per precauzione” continuerà ad acquistarne. Sempre per prudenza, anche l’Arabia Saudita promette di essere maggiormente presente sui mercati internazionali: il governo ha deciso che le scorte strategiche di grano, oggi pari ai, milioni di tonnellate, dovranno equivalere a un anno di consumi, invece degli attuali sei mesi. Più aggressiva, e più articolata, la strategia delineata dalla Corea del Sud. La società statale Korea Agro-Fisheries Trade Corp starebbe lavorando per costituire un consorzio con imprese private, al fine di acquisire una società di trading di cereali negli Stati Uniti. Tra i gruppi coinvolti nel progetto, tutti sudcoreani, secondo l’agenzia France Presse ci sono anche Hanjin Shipping e Samsung C&T. L’obiettivo è di completare l’operazione entro il 2011, stabilendo un quartier generale a Chicago, sede della maggiore borsa a termine dei cereali nel mondo. Entro il 2015 la nuova società dovrebbe essere in grado cli assicurarsi 4 milioni di tonnellate l’anno di grano, mais e soia, da rivendere non solo in Corea del Sud ma anche su altri mercati, a cominciare da quelli cinesi e africani.

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