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Il Sole 24 Ore

Confermata la multa sulla pasta … Il Consiglio di stato respinge i ricorsi dei maggiori produttori che contestavano le sanzioni sull’ipotesi di cartello... Felicetti (Aidepi): gli aumenti sono stati generati dal boom delle materie prime… Il Consiglio di stato conferma per i pastai multe per oltre 9 milioni e tra gli industriali è rabbia e amarezza per una sentenza ritenuta ingiusta. Qualcuno non esclude, qualora ciò sia tecnicamente possibile, un ricorso alla Corte di giustizia europea. Ieri il Consiglio distato ha confermato le multe inflitte dall’Antitrust a Barilla e ad altre società per il presunto “cartello della pasta”. Il Consiglio di stato, secondo Radiocor, con sentenza pubblicata ieri, ha respinto i ricorsi presentati da Barilla (multa di 5,2 milioni), De Cecco (1,7), Amato (405mila), Rummo (529mila), De Matteis (143mila), Riscossa (103mila), Nestlé (105mila), Zara (89mila), Fabianelli (37mila), Fratelli Cellino (34mila) e Garofalo (474mila). La sesta sezione del Consiglio di stato ha confermato inoltre la sanzione di circa l3mila euro inflitta all’Unipi, l’Unione industriali pastai italiani recentemente confluita, insieme ai dolciari, nella Aidepi. I giudici hanno accolto in parte i ricorsi di Tandoi (multa ridotta da 359mila a 179.579 euro) e ChiricoMolini (multa ridotta da 218mila a 10mila euro). Devono invece ancora essere discussi nel merito i ricorsi presentati da Colussi (748mila euro), Divella (circa un milione) e Liguori (137mila euro). Complessivamente sono poco più di 9 milioni, al netto dei ricorsi da discutere. Le sanzioni decise dall’Antitrust a carico di 22 società il 26 febbraio 2009 ammontavano invece a 12,5 milioni di euro. Secondo l’Autorità le aziende coinvolte hanno posto in essere, tra ottobre 2006 e il primo marzo del 2008, due diverse intese restrittive della concorrenza finalizzate a concertare gli aumenti del prezzo della pasta di semola. La vicenda è anche oggetto di un’inchiesta penale della Procura di Roma per l’ipotesi di reato di manovra speculativa sul prezzo delle merci. Sedici aziende sanzionate avevano presentato ricorso (pagando preventivamente le multe) al Consiglio di Stato. “Ribadiamo - osserva Riccardo Felicetti, presidente dei pastai di Aidepi - che le nostre aziende non hanno mai posto in essere alcuna manovra speculativa. Gli aumenti censurati dall’Autorità sono stati semplicemente la conseguenza dell’impressionante impennata del costo delle materie prime che ha inflitto pesanti perdite a un settore già in crisi per i margini ridotti”. Ricorrerete in Europa? “Lo decidere- moda domani (oggi per chi legge ndr) con gli associati e i nostri legali” conclude Felicetti. Per Cosimo Rummo, a.d. dell’omonimo pastificio, “la sentenza è serenamente ingiusta. Non abbiamo mai aumentato i prezzi dei nostri prodotti, come è peraltro risultato dalle verifiche in azienda della guardia di finanza. Si è trattato di un processo alle intenzioni”. Poi l’industriale campano adombra la possibilità di un ricorso alla Corte europea. Massimo Menna, a.d. del Pastificio Garofalo, sottolinea che “gli aumenti dei listini sono scattati in tempi diversi e per entità differenti La sentenza, mi pare, si inserisca nella scia di una preoccupante demagogia”. Infine, Barilla preferisce rimettersi alle dichiarazioni di Aidepi mentre De Cecco ritiene, a questo punto, inutile ogni commento.

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