02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Una politica comune per Europa e Stati Uniti ... Le tensioni sociali che stanno attraversando il Nord Africa, innescate dagli aumenti del prezzo dei generi alimentari, e il nuovo rialzo record fatto registrare dall’indice Fao dei prezzi di cereali, zucchero e oli vegetali, sono manifestazioni degli squilibri nel sistema globale di approvvigionamento alimentare. Un problema che oggi esce dal recinto dell’emergenza denutrizione, storicamente delimitato ad alcune specifiche aree dei globo, per estendersi all’intero pianeta. Il fenomeno della volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, l’incidenza dei cambiamenti climatici sulle rese, la competizione nell’uso dei suoli, potrebbero entro quarant’anni far raddoppiare i prezzi dei generi alimentari. Dato forse poco preoccupante per chi, come i consumatori europei, per sfamarsi spende circa il 13% del proprio reddito. Eventualità dalle conseguenze drammatiche per i miliardi di individui per cui quella percentuale è considerevolmente più alta. Occorrenza che in un’economia mondiale sempre più integrata e interdipendente, finirebbe per creare disagio anche nell’emisfero nord del mondo. In questo scenario l’agricoltura assume un ruolo di portata straordinaria, strategico negli assetti globali. Della necessità di una “nuova visione” per il settore primario si è parlato al World economic forum di Davos. Il G20 a guida francese, che si riunirà a Parigi in giugno, avrà al vertice dell’agenda dei lavori il contrasto ai fenomeni di volatilità dei prezzi e un insieme di proposte concrete per una nuova governance globale dell’offerta agricola. Si discuterà di come aumentare la trasparenza dei mercati, di come evitare che l’azione speculatrice di alcuni operatori possa creare artificiosamente condizioni di scarsità, di come creare i presupposti per un governo globale delle politiche commerciali funzionale a rendere più stabili i mercati. Ci si impegnerà, quindi, a porre le basi per un più efficace coordinamento delle politiche alimentari a livello internazionale. Su questi temi l’Europa ha già iniziato una riflessione profonda, che coincide con il dibattito sulla riforma della sua politica agricola. Il rischio da evitare è che questo confronto finisca per essere autoreferenziale, giocato esclusivamente all’interno delle istituzioni europee. Per questo la Commissione agricoltura dell’Europarlamento, che mi onoro di presiedere, ha avviato un processo di scambio con l’omologa Commissione del Congresso degli Stati Uniti. Questo affinché un primo concreto passo nella direzione di favorire la stabilità internazionale dei prezzi agricoli possa scaturire dal coordinamento di quelle che storicamente sono le due più importanti politiche agricole del mondo, ambedue oggi protagoniste di passaggio di riforma. Il primo incontro con la delegazione americana, guidata da Frank Lucas, è previsto per la prossima estate. Un’iniziativa che vuole essere l’avvio di una riflessione comune, nella prospettiva di un percorso condiviso a livello internazionale per la rielaborazione dell’intervento pubblico per il settore primario. Si tratta di un passo che può essere importante, ma che deve necessariamente inquadrarsi in un’iniziativa più ampia da intraprendere a livello globale, che deve vedere tutti gli attori dello scacchiere internazionale impegnati nella costruzione di una prospettiva di global food policy, finalizzata ad evitare movimenti destabilizzatori dei mercati (come i blocchi alle esportazioni sperimentati nelle recenti crisi alimentari) e a favorire meccanismi coordinati da attivare per fronteggiare le situazioni di emergenza, destinate a moltiplicarsi nel prossimo futuro.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su