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Il Sole 24 Ore

Il brut? Dialetto lombardo ... Ricerca. Italiani “rimandati” nella conoscenza enologica... Blanc de Blanc? Cos’è: un titolo nobiliare o un incomprensibile francesismo? Nel paese delle eccellenze vinicole e delle due miliardi di bottiglie stappate, gli italiani quando cercano di capire qualcosa di vino si ubriacano. Addirittura prima di bere. E quindi: l’appassimento diventa la seccatura dei petali dei fiori; il sommelier è colui che mesce il vino e l’Amarone diventa un liquore; il bouquet è un mazzo di fiori e il brut è un’espressione tipica lombarda. Insomma sulle tecniche di produzione, sui termini specifici e sui nomi dei vini vige la massima confusione. Non stupisce quindi che circa un terzo dei consumatori vada nel pallone quando si tratta di leggere le etichette; il 19% non riesce a raccapezzarsi nell’abbinare una bottiglia a un arrosto o a un branzino. Salvo poi fare sfoggio di competenza quando si è interrogati sulle preferenze di acquisto: sette italiani su dieci dichiarano di badare all’italianità del vino che scelgono, 5 su 10 di essere abbastanza ferrati sull’argomento, facendo molta attenzione al gusto (2 su 10) o al territorio di provenienza (3 su 10). La ricerca sulla preparazione enologica degli italiani è stata condotta, in occasione della 45ª edizione del Vinitaly 2011, da Pasqua Vigneti e Cantine. Tra le problematiche, la maggiore che viene riscontrata è quella che riguarda le etichette, che per quasi 3 italiani su 10 risultano spesso incomprensibili o poco chiare. E se il 17% reputa come prima discriminante il costo troppo elevato di alcune bottiglie particolari, il 17% ha poca dimestichezza nell’abbinamento con i cibi. Eppure quasi il 44% degli italiani dichiara di sentirsi ottimo conoscitore del prodotto, e se un 21% dichiara di non volersi giudicare, il 12% ha ammesso di non essere in grado di riconoscerne le qualità specifiche. Sui processi produttivi poi è buio pesto: per 3 italiani su 10 la chiarificazione è lo spiegarsi dopo un litigio o la pianificazione del proprio lavoro; ma il 37% conferma che è una operazione finalizzata a rimuovere i residui solidi sospesi nel mosto. L’ignoranza scivola sul comico poi con i termini esotici. Il Brut viene identificato dal 27% con un aggettivo dispregiativo francese o un’espressione tipica lombarda (13%), mentre c’è addirittura chi lo associa ad una corrente artistica (19%); poco meno del 36% afferma che è una tipologia di vino molto secca come gli spumanti o lo champagne. Anche il più classico bouquet trae in inganno: più di 3 intervistati su 10 pensano che sia un romantico mazzo di fiori (33%), il 12% un vino francese e il 17% un liquore. Solo 3 su 10 (34%) sa che è l’insieme degli aromi in un vino.

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