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Il Sole 24 Ore

“Vino di qualità per crescere” ... Pronti 500 milioni per la promozione, no a Ogm e liberalizzazione d’impianto... Agroindustria. All’inaugurazione del salone Vinitaly a Verona il ministro Romano ha illustrato la strategia di settore... Difesa strenua degli interessi dei produttori vitivinicoli italiani e in generale di tutta la filiera agroalimentare, che passa anche attraverso la tutela della qualità del prodotto, la soppressione della norma che liberalizza gli impianti, il sollecito alle Regioni affinché spendano i 500 milioni della Ue e il “no” agli Ogm: il neo ministro delle Politiche agricole Saverio Romano, alla sua seconda uscita dopo la nomina, ha fissato ieri, all’inaugurazione del Vinitaly di Verona, i dettagli della sua strategia. “Va capitalizzato - ha detto Romano - il successo italiano sul fronte dell’export, +11,9% nel 2010. Tuttavia il vino rischia di trasformarsi sempre più in una commodity, legata alla fluttuazioni delle monete e alle dinamiche economiche che non danno peso alla qualità che è invece il nostro tratto identificativo”.
Sulla riforma Ue post 2015 per Romano “l’obiettivo è eliminare la norma che riguarda la liberalizzazione degli impianti di nuove vigne. D’accordo con la Francia non permetteremo che vengano applicate nuove regole senza fornire ai produttori e alle filiere adeguate certezze di conservazione di quel valore di sistema che ha consentito lo sviluppo del made in Italy di qualità”. Poi sulle opportunità di commercializzazione, il ministro ha ricordato che le risorse previste in ambito Ocm consentiranno all’Italia di spendere nei Paesi terzi quasi 500 milioni di euro nei prossimi tre anni per sostenere la comunicazione delle imprese: “Sarà mio impegno personale stimolare anche le Regioni al fine di riuscire ad utilizzare tutte le somme disponibili”. In ogni caso, secondo il ministro, la competizione deve avere regole valide per tutti: “Primo, l’effettiva provenienza dei prodotti, quindi dell’italianità. Poi la lotta alla contraffazione, che rappresenta un punto cardine dell’azione governativa, un nodo cruciale per la tutela del vino e dell’agroalimentare italiano”. In nome della tutela della qualità Romano ha ribadito che erigerà un muro contro la contaminazione degli Ogm. Su quest’ultimo punto il predecessore di Romano, Giancarlo Galan, oggi ministro dei Beni culturali, ha dichiarato invece: “Romano ha deciso di combattere una battaglia contro la ricerca scientifica: è interessato più ai voti di Coldiretti che al progresso”. Plauso invece di Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini: “Ok al programma del ministro Romano. Ora però attendiamo di vedere l’applicazione dei controlli, la promozione e la difesa dei disciplinari per la valorizzazione dei territori”. Sempre ieri dalla presentazione della ricerca “Ma gli italiani amano ancora il vino? Le ragioni del consumo interno” di Vinitaly/Confcommercio è emerso che in tempi di crisi la “scorciatoia” della leva prezzi non è la soluzione migliore. Scendere di qualità non paga perché solo le imprese che si collocano nella fascia più alta hanno una redditività tale da assorbire la riduzione dei margini grazie a un migliore equilibrio finanziario.

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