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Il Sole 24 Ore

La “pace” del Montepulciano sfuma ad un passo dalla firma ... Salta il protocollo tra i rivali di Toscana e Abruzzo... Ad un passo dalla pace si riaccende la guerra del Montepulciano. Restano distanti le parti fra toscani e abruzzesi sull’uso di una denominazione che in Toscana riguarda un luogo geografico, mentre in Abruzzo è il nome del vitigno del principale rosso regionale. Proprio in questi giorni al Vinitaly era prevista la sigla di un protocollo d’intesa fra i produttori delle due regioni che avrebbe dovuto chiarire una volta per tutte i dubbi sulla titolarità del nome. Ma l’ipotesi di accordo è invece saltata. A far ripartire la polemica, nei mesi scorsi, era stato un ricorso presentato dal Consorzio toscano contro la Commissione Ue che in un allegato al regolamento 401 del 2010 sulle menzioni protette aveva “dimenticato” la parola Nobile. Per i vertici del consorzio di tutela la defaillance (il termine Nobile era presente invece nel precedente regolamento Ue 753/2002) era dettata dalla possibile confusione fra le due denominazioni. Aspetto dietro il quale si sta facendo largo il timore che, nella prospettiva di una riorganizzazione delle Doc europee, Bruxelles intervenga stravolgendo gli equilibri del passato. I vertici del ministero per le Politiche agricole avevano promosso la definizione di un accordo per chiudere ogni divergenza. Ma invece le posizioni restano distanti e i dubbi rimangono in piedi. “Le recenti sentenze della Corte di giustizia Ue - spiega il direttore del Consorzio del Nobile di Montepulciano, Paolo Solini - hanno chiarito il principio che un nome viene protetto dalle norme Ue se rappresenta un luogo geografico e non un vitigno. Per questo la nostra vicenda avrà soluzione solo se i produttori abruzzesi decideranno di modificare la propria denominazione rinunciando al nome Montepulciano o anteponendo il termine geografico Abruzzo a quello del vitigno”. Soluzione che non convince i produttori abruzzesi. “A noi la Ue non ha avanzato alcuna richiesta in questo senso - spiega l’assessore alle Politiche agricole della regione Abruzzo, Mauro Febbo -. Sono i produttori toscani a farlo e noi non siamo per nulla d’accordo. E in tutti i modi, anche nell’ipotesi di una modifica della nostra etichetta non si può prescindere dagli aspetti promozionali. Nel protocollo d’intesa non viene chiarito chi risarcirà i produttori che in passato hanno investito su un nome poi cancellato né tantomeno chi investirà infuturo per far conoscere ai mercati la nuova denominazione. In queste condizioni non è possibile trovare alcuna intesa”.

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