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Il Sole 24 Ore

Senza solfiti il business decolla ... Biologico fai-da-te... Produrre vino senza solfiti. È la sfida lanciata da 12 aziende di sette regioni italiane (dal Veneto al Trentino-Alto Adige, dalla Toscana alla Basilicata) che al Vinitaly hanno debuttato con un marchio unico: Freewine. Nel 2010 la prima vendemmia e le prime 800mila bottiglie prodotte. L’anidride solforosa è utilizzata in cantina nelle fasi di vinificazione come antiossidante e stabilizzante, ma occorre rispettare limiti precisi che vanno dai 160 milligrammi al litro per i vini bianchi, ai 210 per i rossi, fino al tetto massimo di 400 milligrammi per i vini dolci. Il ricorso ai solfiti va indicato in etichetta come previsto dalla direttiva Ue sugli allergeni (n. 89/2003). La scelta di Freewine è dettata dalla ricerca di uno spazio di mercato specifico e al tempo stesso dalla necessità di riempire un vuoto. In Europa infatti il negoziato per definire un regolamento sul vino biologico è naufragato negli scorsi mesi per i contrasti fra Nord e Sud Europa proprio sul contenuto di solfiti. Di qui la scelta delle aziende di autoregolamentarsi con un protocollo di pratiche enologiche che possano portare ad abbattere il ricorso all’anidride solforosa.

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