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Il Sole 24 Ore

Vino, l’Italia sorpassa la Francia ... Il ministro Romano: è un ottimo risultato, disponibili fondi per 500 milioni... Secondo le stime ufficiali della Commissione Ue nel 2010, la produzione ha superato quota 4,9 milioni di ettolitri... L’Italia nel 2010 ha superato la Francia ed è diventato il primo produttore mondiale di vino. Lo ha annunciato ieri la Coldiretti commentando i dati definitivi sulla vendemmia 2010-11 resi noti dalla Commissione europea. Dati che accreditano l’Italia di 49,6 milioni di ettolitri contro i 46,2 milioni della Francia. Il primato produttivo giunge inoltre al termine di un decennio di grande crescita del vino italiano nel corso del quale erano stati raggiunti importanti traguardi spesso proprio a scapito della Francia. Come nel 2002, quando Roma scalzò Parigi dalla posizione di primo fornitore del principale mercato mondiale, quello degli Stati Utiti. Soddisfazione per la nuova leadership produttiva è stata espressa dal ministro per le Politiche agricole, Saverio Romano. “Con orgoglio - ha detto ieri Romano - possiamo annunciare di essere il primo produttore mondiale di vino. Un dato esaltato dalle ottime performance che i nostri vini stanno ottenendo all’estero come confermato dall’aumento, a febbraio 2011, del 31% delle vendite negli Usa”. Poi Romano ha detto che nei prossimi tre anni “il vino italiano potrà contare su un budget complessivo di quasi 500 milioni da spendere sui paesi terzi per sostenere le vendite e promuovere l’eccellenza”. Rispetto alla Francia - ha aggiunto la Coldiretti - l’Italia vanta anche il primato dei marchi Doc, Docg e Igt con 504 riconoscimenti che coprono ormai il 60% della produzione. Nel confronto enologico italo-francese, se la produzione “parla” italiano tuttavia i transalpini registrarano ancora il maggior numero di vigneti e un più elevato livello di consumi totali. Più complesse sono invece le cifre sull’export. L’Italia è il paese che esporta di più in quantità (20 milioni di ettolitri contro i 13,5 della Francia) ma segna il passo sul piano del fatturato: nel 2010 Parigi ha raggiunto infatti i 6,3 miliardi di euro (+14%) contro i 3,9 (+12%) dell’Italia. “In un quadro in cui si parla solo di riduzione delle produzioni - spiega Piero Antinori, presidente della Marchesi de’ Antinori - che l’Italia raggiunga una leadership produttiva non può che far piacere. Inoltre considerato il peso sui nostri territori e sul paesaggio che ha sempre rivestito la produzione vitivinicola, un suo ridimensionamento equivarrebbe a un impoverimento dell’intero paese”. “La produzione è importante - ha aggiunto il direttore dell’Organisation internationale de la vigne et du vin (Oiv), Federico Castellucci - ma il confronto in termini di prezzo medio delle bottiglie è ancora a tutto vantaggio dei francesi. L’Italia vende ancora molto prodotto sfuso commercializzato senza bottiglia (circa il 40% del totale ndr)”. Secondo Castellucci bisogna puntare sulla promozione “intesa non solo come diffusione della cultura del vino italiano ma anche come formazione. In questo i francesi hanno scommesso anni fa sulla formazione in Europa di enologi e sommellier stranieri che sono così diventati i migliori ambasciatori del loro vino. Anche in questo modo sono diventati quasi monopolisti in Cina”. “Più che il primato produttivo mi interessa il primato dell’export - aggiunge Angelo Gaja, uno dei più famosi produttori italiani -. Per fare un nuovo salto di qualità dobbiamo migliorare sotto il profilo imprenditoriale. Imparare a vendere meglio sia il prodotto sfuso (che non va svenduto a 0,30 euro al litro) che migliorare la presenza italiana nella fascia di prezzo fra i 5 e gli 11 euro. Non sarà col primato nella produzione che recupereremo il gap di 2,60 euro di prezzo medio che ancora scontiamo con le etichette francesi”.

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