02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Il vino si produce senza inquinare ... Aziende. Al bando l’anidride carbonica... La scelta di molte imprese di competere sul terreno della qualità ha nel mondo del vino un riferimento vincente ed eloquente. Poco più di vent’anni fa il vino italiano, aveva scelto di competere sui bassi prezzi e sulle produzioni quantitative. Lungo questa china si arrivò alle sofisticazioni e alla tragedia del metanolo. Oggi produciamo il 40% di vino in meno con un valore dell’export quadruplicato che ha raggiunto il record storico di 3,7 miliardi di euro nel 2010. La voce più importante dell’export agroalimentare nazionale. Qualità, attenzione alla salute dell’ambiente e dei consumatori, ricerca e valorizzazione della biodiversità e legami con il territorio sono le componenti fondamentali di un settore importante della nostra economia. Un’attenzione alla qualità che ha portato le imprese a fare scelte sempre più green, dalla riduzione dei consumi di acqua per l’irrigazione al risparmio energetico e all’utilizzo delle fonti rinnovabili, dalla scelta d’imballaggi realizzati con materiali riciclati all’utilizzo di bottiglie in vetro leggero fino al recupero delle biomasse prodotte con gli scarti delle potature. L’esperienza più avanzata in questa direzione è quella dell’azienda agricola Salcheto di Montepulciano (Siena), la prima ad aver calcolato in 2,02 kg l’anidride carbonica immessa in atmosfera per produrre una bottiglia di vino di 75 centilitri. Di cui il 38% di emissioni deriva dal confezionamento (soprattutto produzione di vetro), il 27% dall’utilizzo di concimi e gasolio, il 26% da attività commerciali e un 9% da processi di fermentazione in cantina. “La nostra sfida - afferma Michele Manelli, titolare di Salcheto - è dimostrare che è possibile mantenere alta la qualità di un vino come il Montepulciano adottando strategie carbon free. Lo facciamo perché ci crediamo e perché sentiamo come una nostra responsabilità sociale d’impresa sviluppare azioni che contrastino il cambiamento climatico. Ma è anche un’occasione per rendere la nostra azienda più innovativa e metterla in sintonia con gli orientamenti dei mercati e dei consumatori sempre più attenti ai reali comportamenti delle aziende”. Una sfida che prevede di produrre un risparmio energetico del 2% grazie alla realizzazione di una cantina a emissione zero, del 29% riutilizzando le biomasse del 15% ricorrendo a un impianto geotermico e del 2% con pannelli fotovoltaici. Un progetto in linea con quelli che sono gli obiettivi strategici del Protocollo di Kyoto, per Domenico Andreis di Csqa, che collabora al progetto che porterà la Provincia di Pisa a essere nel 2015 la prima area vasta europea carbon free, secondo il quale: “Applicando il modello Salcheto - spiega - all’intera produzione nazionale si possono ridurre le emissioni di 2,3 milioni di tonnellate di Co2, pari a un valore commerciale di circa 46 milioni nell’ambito della compravendita internazionale delle emissioni”. Sarà anche per questo che nomi importanti dei vino italiano stanno lavorando in questa direzione, come Antinori, Berlucchi insieme ad altri con il progetto Itaca, Sella e Mosca, Santa Margherita e Marco Caprai che ha promosso “Montefalco 2015, the new green revolution” con il quale valutare gli effetti del cambiamento climatico sul vigneto e definire una strategia territoriale di abbattimento delle emissioni di Co2.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su