02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Il lusso “allargato” sfiora mille miliardi di ricavi ...Della febbre per le borse griffate e gli orologi svizzeri si sa tutto. Della passione per gli abiti che hanno sfilato sulle passerelle di Milano, Parigi, New York, Londra e Berlino anche. Pure i cosmetici e i profumi più pubblicizzati sono radiografati continuativamente verificare l’andamento del sell out. Fin qui, insomma, si sa che il mercato mondiale dei beni di lusso “personali” è indicativamente intorno ai 230 miliardi di euro. Una cifra che - incredibilmente – si moltiplica per quattro se a quei consumi si aggiungono quelli che gli analisti battezzano experiential, vocabolo che in italiano non ha una decente traduzione ma che è comprensibile a chiunque. “Se al lusso tradizionale - spiega Antonio Achille, partner & managing director di Boston Consulting Group - si aggiunge la spesa legata ai viaggi e agli hotel, al cibo e a lvino,inclusi i liquori, ai gadget hi-tech, ai mobili e all’arredo di design, al tempo libero trascorso puntando sul benessere in una Spa o in un circolo del golf, per non sfiorano i mille miliardi di euro all’anno: per la precisione, diciamo 950 milioni”. Nei mercati maturi, il lusso legato allo shopping personale è in media pari al 32%: il 30% negli Usa, il 31% in Europa, il 39% in Giappone. «il livello di saturazione dei beni dì lusso stipati in armadi e casseforti è elevato - aggiunge Achille - e dunque i consumatori si orientano decisamente verso il lusso d”esperienza”. Al contrario, nei Paesi Bric la svolta vera e propria deve ancora avvenire: se la media del lusso experiential è il 50%, l’acquisto di prodotti personali: pesa ancora per il 63% in India e per il 54% in Cina, mentre Russia e Brasile sono decisamente più orientati sullo standard occidentale”. sempre la Cina, comunque, a giocare il ruolo più importante nella crescita dei consumi di lusso “allargato”:secondo Bcg, nel 2011 la spesa in tutti i settori analizzati dovrebbe balzare del 34% 49 miliardi di euro. La stima è di 25 miliardi nei beni personali e di 24 nel resto. “La radiografia della spesa dei cinesi - dice ancora Achille - fornisce spunti interessanti: innanzitutto il lusso experiential cresce il doppio di quello personale e, in secondo luogo, l’incremento più robusto riguarda la home decoration, stimata per fine anno in +125% a 4 miliardi. Anche cibo e alcolici aumentano in modo significativo: +49%, pure a 4 miliardi, gli oggetti tecnologici registreranno +50%, cioè altri 4 miliardi. Forte anche l’impennata di viaggi, hotel e ristoranti, stimati in +34% a io miliardi. Tutti questi aumenti faranno si che il totale della spesa sia già a fine anno quasi equamente suddiviso tra le due categorie”. Perle aziende che stanno ansia dando a caccia dei nuovi consumatori asiatici, insomma, si stanno aprendo strade in segmenti diversificati che forse al momento sono ancora difficili da identificare e che andrebbero preferibilmente percorse con una strategia univoca del sistema Italia. Pensare a iniziative congiunte fra il settore food e quello dell’arredo casa, ad esempio, potrebbe essere una delle opzioni da praticare: una shopping fest tricolore che, nella sua massima espressione, potrebbe includere anche i marchi della moda (i quali però, come è noto, ben difficilmente amano fare sistema a favore di chi ha dimensioni minori). Tuttora l’8o% dei cinesi sceglie un prodotto di lusso per il marchio e per la visibilità del logo sullo stesso.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su