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Il Sole 24 Ore

Un’annata di sole e risultati ... Produzione in calo ma i mosti hanno l’aroma delle stagioni migliori ... Il mattino ha l’oro in bocca. Anche in vigna. La stagione anomala, con poche piogge e molto caldo, preoccupava i produttori del Collio. In particolare, l’andamento climatico anomalo lasciava tanti timori sulla resa aromatica dei vini: dopo giugno e luglio, con piogge regolari e grandinate importanti, agosto è stato così caldo che le uve sono arrivate a maturazione già dopo Ferragosto. La vendemmia è stata anticipata di due/tre settimane e soprattutto i produttori si sono trovati a fare i conti con temperature così alte (massime di 34/36w) durante la vendemmia da temere danni alle uve e allora hanno studiato l’accorgimento. In vigna si andava alle 5 del mattino fino al massimo a ora di pranzo: “Così abbiamo avuto la garanzia di portare in cantina i grappoli senza sottoporli a fermentazioni che ne avrebbero danneggiato la qualità”, spiega Alessandro Zanutta, agronomo che collabora con il Consorzio Collio - Carso. I primi riscontri sono confortanti: “Dopo le prime fermentazioni i risultati hanno raffreddato le preoccupazioni delle settimane scorse: i primi Sauvignon hanno ottimi aromi, non diversi dalle altre annate”. E i Sauvignon sono la cartina di tornasole per tutti i vini. In particolare, a trarre benefici dalle alte temperature di questa stagione è la Ribolla, che ha raggiunto una maturazione ottimale. Molto buoni anche i primi riscontri sui Pinot Grigi e sui Pinot Bianchi. In difficoltà, a livello qualitativo, più che singole varietà, singole aree del Collio, quelle che più hanno subìto le grandinate di luglio. Il lavoro all’alba ha portato frutto, darà oro alle cantine del Collio e il bel tempo dell’ultimo mese dell’estate ha anche permesso una raccolta senza l’assillo delle piogge e della necessità di raccogliere uve in anticipo per evitare le precipitazioni. Poi, il responso definitivo sulla qualità dei vini verrà solo verso fine ottobre-inizio novembre, quando saranno effettuati i primi travasi: ((Dopo le preoccupazioni di agosto - continua Zanutta - i mosti e i vini che abbiamo assaggiato ci fanno essere più che fiduciosi”. La produzione del 2011 è di certo inferiore rispetto a quella dell’annata precedente di un 10-15% perché il caldo abbassa la resa dei mosti e le uve pesano dimeno, ma la qualità è da grande stagione. Perché il terreno del Collio, costituito da marne ed arenarie stratificate (le Ponche) , è perfetto per le radici delle viti e per straordinari vini bianchi. Senza dimenticare altri due fattori che, grandinate improvvise a parte, influenzano le uve prima e il prodotto finale poi: alle spalle delle colline del Collio ci sono le cime delle Alpi Giulie che proteggono i grappoli dai venti freddi del Nord, e possono godere delle brezze del Mare Adriatico. Si tratta di un microclima unico: forti venti invernali come la Bora e dolci brezze estive, piogge primaverili e giornate di sole che garantiscono una produzione di circa 100mila quintali di uve (94mila nel 2010, 10mila nel 2009) che valgono circa 47mila ettolitri di vino imbottigliato per un totale che supera i 6 milioni di bottiglie (6,27 milioni nel 2010, 6 milioni nel 2009 e 6,62 nel 2008). Vini preziosi oggi come nei secoli passati: secondo le fonti antiche, dal 1584 al 1597 l’Arcidiacono di Gorizia mandava ogni anno al Patriarca di Aquileia varie botticelle di Ribolla e trote dell’Isonzo.

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